Ucima: dazi USA penalizzano il settore strategico del packaging

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Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine per il Confezionamento e l’Imballaggio) esprime forte preoccupazione in merito alla nuova misura annunciata dagli Stati Uniti. Essa prevede un dazio all-inclusive del 15% sulle importazioni di diversi beni, inclusi i macchinari industriali, provenienti da Paesi terzi.

Secondo una nota dell’associazione “la misura, pur rappresentando secondo l’Europa un compromesso tecnico-politico volto a evitare danni sistemici, rischia nei fatti di penalizzare uno dei settori industriali più competitivi e strategici del made in Italy: quello delle tecnologie per il packaging”. Nel 2024 il comparto ha registrato un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro ed esporta l’80% della propria produzione. Gli USA rappresentano il primo sbocco con circa 1 miliardo di euro di export annuo, pari al 15% del totale.

«È importante ricordare – dichiara Riccardo Cavanna, presidente Ucima – che una parte significativa dei prodotti di largo consumo che ogni giorno arrivano sulle tavole dei consumatori, quindi anche degli americani, è confezionata grazie a macchine italiane. L’introduzione di dazi generalizzati su tecnologie ad alto valore aggiunto rappresenta una scelta miope da parte degli Stati Uniti perché comporta un aumento dei costi che i nostri clienti dovranno ad assorbire e che, inevitabilmente, ricadranno sui consumatori finali.

I nostri impianti sono richiesti in tutto il mondo per l’elevatissimo standard qualitativo e perché garantiscono efficienza quindi risparmio, sicurezza e innovazione.
Rinunciare a queste soluzioni significa rallentare la competitività stessa dell’industria manifatturiera americana, oltre a colpire ingiustamente un’eccellenza europea che ha sempre operato nel rispetto delle regole del commercio internazionale. Inoltre, le risorse annunciate dall’UE, se non accompagnate da un’effettiva capacità di assorbimento, rischiano di restare solo promesse rendendo necessario rinegoziare modalità e tempi, aumentando il livello di incertezza e rallentando la ripresa degli investimenti».

L’impatto sugli investimenti

Secondo Ucima quindi la nuova misura va a irrigidire un quadro già complesso, alimentando un clima di incertezza internazionale che sta fortemente rallentando le decisioni di investimento da parte dei buyer di tutto il mondo.

«Non siamo di fronte a una disputa bilaterale – prosegue Cavanna – ma a dinamiche che mettono a rischio le catene globali del valore». L’associazione ribadisce l’urgenza di difendere in sede europea una linea commerciale chiara, coesa ed equilibrata, capace di coniugare apertura dei mercati e difesa del valore industriale dell’Europa. «L’industria del packaging italiana è leader a livello globale non solo per volumi, ma per know-how, qualità e capitale umano. Avere ostacoli in un mercato chiave come quello americano è un errore strategico che non danneggia solo noi, ma anche gli operatori oltreoceano» conclude Cavanna

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