Brexit: le richieste del settore alimentare europeo

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Il commercio di alimenti e bevande rappresenta l’11% dei flussi commerciali bilaterali tra l’UE-27 e il Regno Unito. A seguito della Brexit, vi saranno sfide senza precedenti e molta incertezza. Per tale ragione, le tre organizzazione Celcaa (European Liaison Committee for Agricultural and Agri-Food Trade), Copa-Cogeca (Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea-Comitato generale della cooperazione agricola dell’Unione europea) e FoodDrinkEurope hanno sollecitato misure specifiche per attenuare il più possibile l’eventuale impatto negativo sul settore a seguito della Brexit.

Nello specifico, innanzitutto, le tre associazione chiedono di conservare lo “status quo” nel periodo di transizione, mantenendo invariati gli accordi commerciali e doganali esistenti sino all’entrata in vigore di un nuovo accordo commerciale. Pertanto tutte le modifiche dovrebbero entrare in vigore contemporaneamente, con l’inizio del nuovo regime. In altre parole, le aziende hanno bisogno di una tempestiva conferma che non si verificheranno cambiamenti sostanziali il primo giorno dopo l’uscita del Regno Unito.

In secondo luogo, l’industria alimentare “continentale” chiede un accordo commerciale UE-Regno Unito completo. In sua assenza, la mutua circolazione di alimenti e bevande sarebbe soggetta a tariffe e barriere non tariffarie, di diversa entità, e a pratiche burocratiche come le dichiarazioni doganali. Eventuali ritardi in dogana potrebbero portare al deterioramento delle merci e a sprechi alimentari ed economici. Senza contare poi che il confine irlandese/nord-irlandese richiederà soluzioni particolari. Il commercio UE27-Regno Unito potrebbe inoltre incorrere in ulteriori controlli, con ovvio aggravio dei costi per imprese e consumatori, per accordi di certificazione e ispezione sanitari e veterinari. In ultimo, le tre associazioni richiamano l’attenzione sulla necessità di definire precocemente le regole generali applicabili ai prodotti con tutela di origine.

In una nota congiunta, pertanto, Celcaa, Copa-Cogeca e FoodDrinkEurope chiedono un accordo commerciale globale che includa: disposizioni sulle agevolazioni doganali; regole di tutela d’origine; protezione delle indicazioni geografiche e reciproco riconoscimento della legislazione sulla sicurezza alimentare, certificati sanitari e fitosanitari.