Caciocavallo di Ciminà

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Zona geografica di origine e di produzione

Il Caciocavallo di Ciminà è un formaggio tipico dell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria, prodotto tutto l’anno nel versante del basso Ionio reggino dell’Aspromonte e, in particolare, la zona di provenienza del latte e di trasformazione è l’intero territorio dei comuni di Ciminà e Antonimina, nonchè parte del territorio dei comuni di Platì (fraz. Cirella), Ardore (fraz. Bombile, Potito, San Nicola) e Sant’Ilario dello Jonio (fraz. Piccirillo). Si pensa che storicamente il nome possa derivare dall’asciugatura a cavalcioni “u casu a cavaju”. Le famiglie ciminesi che ancora oggi producono il caciocavallo ricordano che la tradizione risale ad almeno tre generazioni, ma essendo un prodotto tipico delle famiglie povere di campagna, potrebbe risalire anche più in là nel tempo. Il caciocavallo di Ciminà è un prodotto “De. Co” istituito dal comune di Ciminà nel 2008, inoltre è stato inserito dal Ministero delle Politiche Agricole nell’elenco PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) della Calabria ed è un presidio Slow Food.

Vincoli con l’ambiente

Storico

Ciminà è una cittadina della Locride, nell’area grecofona dell’Aspromonte, sorta dopo il X sec. Nella Grecia calabra molti nomi di località hanno radici nella Grecia antica: il nome stesso di Ciminà deriva dal greco kyminà, ovvero luogo dove abbonda il cumino selvatico o ciminaia. Si ritiene che queste terre siano state potentemente contaminate anche da influenze balcaniche, dovute alla colonizzazione ellenica; com’è ormai certo, infatti, il caciocavallo trova il suo antenato nel kaskaval, una pasta filata prodotta ancora oggi dalla Macedonia alle isole dell’Egeo. Il paese, che conta circa 700 abitanti, vive di prodotti tradizionali e di pastorizia. Ciminà è un patrimonio per la Provincia di Reggio Calabria, da salvaguardare e rivalutare, grazie alla ricchezza delle sue terre.

Geografico

Il comune di Ciminà si trova nella provincia di Reggio Calabria da cui dista circa 110 km e il suo centro abitato è ubicato a circa 312 metri sul livello del mare, mentre l’intero territorio si estende tra gli 80 e i 1.045 metri sul livello del mare. Posizionato su una collina, presenta una struttura urbana irregolare, cresciuta seguendo la morfologia del terreno. Il territorio, molto vasto, che fa parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte, ha una superficie di 48.77 kmq e gode di un panorama mozzafiato: il paese domina da un costone del Monte Pretotondo la fiumara di Condojanni e si affaccia sulla suggestiva vallata di Platì caratterizzata da morbidi rilievi. Presenta un’altimetria molto varia che va da 80 metri dal livello del mare fino a circa 1.045 metri di altezza in località Moleti, nel versante nord orientale dell’Aspromonte, lungo le falde granitiche della dorsale che salda l’Aspromonte delle Serre. Il rosso della sulla fiorita e il giallo del grano rendono inconsueto questo territorio. Il paesaggio bucolico è però interrotto bruscamente dai ripidi costoni rocciosi che s’innalzano quasi verticalmente dai 300 metri della pianura sino ai 1.000 degli altipiani sommatali: Monte Pinticudi, monte Colacjuri, monte Tre Pizzi, monte Jacono, monte Petrotondo, Aria del Vento, Rocce degli Smaleditti, Rocce dell’Agonia costituiscono un’imponente e inaspettata muraglia. La flora arborea è formata, soprattutto, da corbezzoli che offrono, in autunno, i loro colorati frutti che quando cadono a terra creano un tappeto giallo-rosso.

 

Veronica Alloisio