Muffa e funghi non costituiscono un pericolo quando sono presenti sugli imballaggi in legno perché, a differenza degli insetti alieni che possono causare la distruzione dell’intero ecosistema di un Paese, non comportano rischi di infestazione e non intaccano le proprietà meccaniche del legno. Possono tuttavia determinare alterazioni cromatiche nel pallet, proprio perché costituito da materiale di origine biologica. Il danno estetico causato dalla presenza della muffa sugli imballaggi può però dare luogo a contestazioni nel Paese di destinazione, con conseguenti perdite di tempo e denaro alle dogane. Danni ingenti per l’economia se si considera che l’Italia è al 9° posto nella classifica dei Paesi che più esportano al mondo, per un totale di 460 milioni di euro, secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico.
«I trattamenti fitosanitari IPPC/FAO-FITOK ai quali sono sottoposti gli imballaggi in legno destinati agli scambi tra Paesi di diversi continenti hanno lo scopo di eliminare gli organismi nocivi da quarantena eventualmente presenti sul legno – spiega Daniela Frattoloni, coordinatrice del Comitato Tecnico FITOK di Conlegno. – Tuttavia, tali trattamenti non impediscono il proliferare di muffe o funghi da azzurramento in quanto non considerati, a livello internazionale, pericolosi per l’uomo e l’ambiente. Il rafforzamento delle barriere commerciali messo in atto da molti Paesi negli ultimi anni sta però minando gli scambi internazionali a causa dell’inasprimento dei controlli alle frontiere. Per arginare questo fenomeno, FITOK si sta impegnando a formare operatori e produttori del settore degli imballaggi al fine di diminuire i casi di controversie doganali e garantire la sicurezza dei prodotti trasportati. Fondamentale è investire anche nella ricerca per trovare soluzioni all’avanguardia: Conlegno, in collaborazione con Rilegno e Assoimballaggi, ha infatti commissionato all’Università degli Studi di Torino, dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, uno studio sulle muffe per valutare eventuali rimedi efficaci al problema».
Va sottolineato che nessun pallet in legno può essere garantito come privo di muffa, sia essa superficiale o profonda (funghi cromogeni da azzurramento), poiché le spore fungine sono costantemente presenti nell’aria, ma pochi semplici accorgimenti possono contribuire ad arginare il fenomeno.
Di seguito alcuni suggerimenti di Conlegno, soggetto gestore in Italia del Marchio IPPC/FAO per l’ISPM n. 15 attraverso il Comitato Tecnico FITOK, da mettere in pratica durante tutta la filiera per tenere lontani funghi e muffe.
Materia prima
Selezionare il legno da usare per la realizzazione degli imballaggi. È importante utilizzare il legno dopo breve tempo dal taglio per evitare che i funghi inizino a crescere sulla sua superficie. Inoltre bisogna fare attenzione che tra le scorte non sia presente legno umido o già attaccato da muffe o funghi che potrebbero colonizzare anche gli altri pezzi immagazzinati.
Trattamento
Prediligere i pallet essiccati. Il trattamento fitosanitario di tipo HT, conforme allo standard ISPM n.15, non è in grado di assicurare che non compaiano funghi cromogeni profondi o muffe superficiali. Meglio richiedere al produttore di completare il trattamento termico con il ciclo di essiccazione a un contenuto di umidità inferiore al 20%: inoltre, ciò rende l’imballaggio anche più stabile in termini di dimensioni e deformazione.
Trasporto
Prima di caricare le merci pallettizzate su rimorchi o container, occorre verificarne la pulizia e l’integrità. Attenzione va prestata alla presenza di acqua stagnante e al pianale di carico, che deve essere asciutto e privo di infiltrazioni. La condensa, l’oscurità e la mancanza di ventilazione sono fattori da considerare, soprattutto se i pallet devono essere trasportati per distanze lunghe.
Scarico e stoccaggio
Mantenere il pallet in condizioni ambientali che non consentano al legno di riacquistare umidità. I pallet devono essere scaricati dai rimorchi al momento della consegna e riposti in un’area protetta dalle precipitazioni, adeguatamente illuminata e ben ventilata con un drenaggio sufficiente per eliminare qualsiasi ristagno d’acqua proveniente da altre fonti di umidità. È necessario che il contenuto di umidità del legno resti inferiore al 20% dal momento della produzione del pallet fino alla consegna finale delle merci pallettizzate.
Immagazzinaggio
Evitare di conservare le merci su pallet avvolti da nylon o plastiche termoretraibili. L’applicazione di un involucro in plastica al pallet, soprattutto quando il prodotto è caldo, è causa della formazione di condensa sulla superficie interna della pellicola utilizzata. L’umidità così intrappolata, l’assenza di ventilazione e il calore che si crea fra la merce pallettizzata e l’involucro plastico costituiscono le condizioni ideali per la formazione delle muffe. Risulta particolarmente utile collocare fra le merci imballate e la superficie di carico del pallet una membrana protettiva, per impedire all’umidità presente di essere assorbita dal pallet. Anche gli involucri in plastica perforata, se uniformemente distribuiti sul carico, aiutano a contenere l’umidità poiché contribuiscono a migliorare la ventilazione.