Consultazione pubblica in tema di etichettatura

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Oltre il 96% dei consumatori si è espresso a favore di un’etichettatura degli alimenti chiara e leggibile, nel corso della consultazione pubblica on line voluta dal MiPaaf e realizzata dall’Ismea tra ottobre 2014 e marzo 2015 a cui hanno partecipato oltre 26 mila cittadini. La domanda di maggiore trasparenza avanzata dai consumatori si è tradotta quindi in tre decreti ministeriali che regolano l’introduzione temporanea obbligatoria dell’origine delle materie prime per latte e prodotti lattiero-caseari, pasta, riso e pomodoro.

A distanza di tre anni dalla prima consultazione e dopo l’introduzione dei tre provvedimenti si rende necessario sondare nuovamente l’opinione dei consumatori, al fine di valutare come si è evoluto nel frattempo l’interesse dei consumatori verso queste tematiche.

Il nuovo questionario è online da oggi fino al 30 novembre.

La consultazione è parte integrante di un progetto più ampio che mira a valutare l’impatto delle tre recenti norme, in sperimentazione sino alla prossima entrata in vigore del regolamento comunitario che disciplinerà la materia in tutti gli Stati membri.

Tra gli strumenti che Ismea metterà in campo già a partire dalle prossime settimane ci sarà un’indagine sulla percezione dei consumatori circa la provenienza delle materie prime e il concetto di “100% italiano”, un’analisi quantitativa per valutare l’andamento dei consumi dei prodotti con materie prime interamente nazionali, un’indagine “store-check” per studiare il posizionamento sugli scaffali, i brand e i prezzi di tali prodotti e infine dei focus group con produttori e trasformatori delle filiere interessate  per valutare le opportunità generate dalla maggiore trasparenza in etichetta.

Le importazioni di latte

Anche il settore lattiero-caseario nazionale ha una strutturale dipendenza dall’estero per le importazioni di materia prima (pari a circa il 30%), principalmente rappresentata da latte sfuso e semilavorati.  La Germania è il principale fornitore di latte sfuso con una quota in volume pari al 37% nel 2017, seguita da Francia (quota 18%) e Slovenia (quota 14%).

Le importazioni di latte in cisterna sono crollate nel 2017 (-17% in volume pari a oltre 230 mila tonnellate in meno rispetto al 2016), a fronte di un aumento della produzione nazionale di latte vaccino (consegne +3,7% tra il 2017 e il 2016). La flessione dell’import registrata nell’ultimo anno ha riguardato tutti i principali mercati di approvvigionamento, in particolare la Francia anche a causa di una minore convenienza rispetto alla materia prima nazionale (prezzo medio all’import dalla Francia 0,36 €/kg a fronte di prezzo medio del latte alla stalla italiano pari a 0,37 €/kg).

Importazioni di latte sfuso per Paese fornitore (tonnellate)

2013 2014 2015 2016 2017 var. % 17/13 var. % 17/16
latte sfuso 1.653.542 1.595.982 1.556.083 1.337.939 1.107.608 -33,0% -17,2%
Germania 720.031 647.726 617.437 495.379 414.625 -42,4% -16,3%
Francia 363.947 323.116 319.453 300.356 196.597 -46,0% -34,5%
Slovenia 180.323 190.096 206.258 190.004 158.274 -12,2% -16,7%
Austria 152.251 161.874 151.616 145.959 141.192 -7,3% -3,3%
Ungheria 96.488 119.766 102.913 43.644 74.388 -22,9% 70,4%
Slovacchia 67.999 75.232 66.248 55.404 47.359 -30,4% -14,5%
Rep. ceca 27.462 26.795 51.915 56.533 41.270 50,3% -27,0%
Paesi Bassi 16.629 19.677 12.537 11.232 11.997 -27,9% 6,8%
Polonia 11.400 17.056 8.299 11.624 1.893 -83,4% -83,7%
altri 17.013 14.645 19.407 27.805 20.012 17,6% -28,0%

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

 

Valori medi all’import per il latte sfuso per Paese fornitore (euro/kg, CIF)

2013 2014 2015 2016 2017 var. % 17/13 var. % 17/16
latte sfuso 0,39 0,35 0,29 0,28 0,33 -17,0% 15,2%
Germania 0,39 0,32 0,26 0,25 0,29 -24,2% 17,2%
Francia 0,41 0,38 0,32 0,31 0,36 -11,8% 16,0%
Slovenia 0,38 0,38 0,31 0,27 0,33 -11,6% 21,2%
Austria 0,35 0,30 0,27 0,26 0,29 -17,0% 12,3%
Ungheria 0,38 0,37 0,27 0,29 0,31 -18,2% 9,8%
Slovacchia 0,37 0,37 0,27 0,28 0,34 -7,3% 20,4%
Repubblica ceca 0,41 0,34 0,32 0,30 0,37 -8,9% 21,7%
Paesi Bassi 0,49 0,40 0,53 0,32 0,34 -31,7% 4,9%
Polonia 0,48 0,39 0,30 0,25 0,48 -1,1% 93,3%