Contro dazi USA per il consorzio Parmigiano Reggiano occorre coesione

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In occasione dell’ultima riunione del l’Intergruppo parlamentare su Vino, Alcolici e Prodotti Alimentari di Qualità, tutti i membri si sono trovati d’accordo nell’affermare che, in caso di nuovi dazi, dovrà essere la Commissione Europea a prendere le redini della negoziazione con Washington. La Commissione, nella persona del Commissario europeo per il commercio Phil Hogan, dovrà quindi rappresentare tutto il settore agroalimentare europeo che in questo modo potrà parlare con una sola voce ed esercitare il suo peso politico. Intervenuto all’incontro, Nicola Bertinelli presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano ha ribadito le preoccupazioni per gli impatti dei dazi soprattutto alla luce di un nuovo, potenziale inasprimento. Bertinelli ha inoltre espresso il suo disappunto circa il tentativo americano di strumentalizzare una sentenza del WTO relativa al settore aerospaziale con l’obiettivo di attaccare l’agrifood europeo e il Parmigiano Reggiano in particolare. Washington, sfruttando la leva del potenziale inasprimento dei dazi, ha infatti tentato nelle ultime settimane di scardinare il sistema europeo di protezione della DOP Parmigiano Reggiano che prevede che solo il prodotto originale italiano possa essere venduto sotto la denominazione “parmesan” all’interno del mercato europeo comune. «Gli Stati Uniti – ha affermato Nicola Bertinelli – sono il primo mercato extra europeo per il Parmigiano Reggiano con 10 mila tonnellate importate nel 2018 (in aumento del +33% rispetto al 2012). In agosto e settembre abbiamo registrato un picco delle esportazioni perché gli operatori americani hanno fatto scorte prima dei dazi. Si è generato poi un blocco del mercato con una sensibile riduzione delle esportazioni dei formaggi duri italiani: – 23,9% in ottobre, -53,6% a novembre -42,6% in dicembre».

«Alla luce di questi dati, chiediamo con forza agli europarlamentari e alla Commissione di attivare le misure compensative per i danni già arrecati dai dazi e soprattutto per i danni a cui dovremo far fronte per tutto il 2020» ha concluso il presidente.

L’unione fa la forza

Anche l’europarlamentare Paolo De Castro ha ribadito l’importanza di un’azione coesa da parte di tutto il comparto agroalimentare europeo. L’errore più grande che si potrebbe commettere – secondo De Castro – è quello di assecondare gli americani, che vorrebbero trattare, invece che nei tavoli istituzionali proposti, con tanti piccoli interlocutori per esercitare la loro posizione dominante.

Per evitare questa situazione, ha argomentato De Castro, è fondamentale che si scelga come negoziatore unico il commissario Phil Hogan in modo che l’Europa possa esercitare tutto il suo peso politico, soprattutto in vista del pronunciamento del World Trade Organization (WTO) sulla disputa Boeing. Di pari importanza, ha concluso De Castro, è non cedere nel corso della trattativa ad eventuali accordi collaterali “capestro” che andrebbero a svantaggio di tutto il nostro sistema agrifood.