Covid-19 e politiche UE: criticità e opportunità

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Gli effetti dell’emergenza Covid non sono ancora finiti, ma è già tempo di un primo bilancio. E, per quanto dura, è innegabile che la pandemia abbia anche offerto nuove opportunità alla filiera latte. Vendite e consumi di prodotti lattiero caseari in aumento rispetto al 2019, diversificazione delle scelte di acquisto e riscoperta del valore nutrizionale e culinario di latte e derivati. Cambiamenti che hanno reso più resiliente e adattabile la filiera latte, o meglio le fasi di trasformazione e distribuzione della filiera stessa. Evidentemente non la fase di produzione, per la quale la pandemia ha rappresentato un ulteriore elemento di incertezza (a volte speculazione) per la definizione del prezzo del latte alla stalla.

L’emergenza sanitaria, tuttavia, non è il solo fattore che caratterizzerà il futuro del settore latte in Italia e in UE. I suoi effetti si sommeranno infatti a quelli generati dalla politica europea, agricola ed economica. A partire dal Fondo Next Generation EU passando per “Green deal”, “Farm to fork” e nuova Pac. Tutti strategicamente indirizzati verso mitigazione dell’impatto ambientale, economia circolare, biologico, sicurezza e salute. In sostanza, una vera (e irreversibile) transizione verso “un’economia del benessere sostenibile, resiliente, climaticamente neutra ed efficiente nell’uso delle risorse”, in particolare in agricoltura.

Uno scenario non privo di sfide e opportunità per la filiera latte italiana che, secondo Nomisma, sarebbe già a buon punto su alcuni aspetti cardine di questa svolta green, come salubrità e sicurezza degli alimenti, agricoltura bio, sprechi e emissioni di gas serra. Anche se, nell’attuale dibattito, mancano ancora puntuali indicazioni su come implementare completamente queste linee di indirizzo. Una situazione (in)conciliabile con l’innata resistenza politica e (di parte) della filiera latte italiana verso mutamenti così radicali. Che, comunque e inevitabilmente, impatteranno sul settore, come ben evidenziato dal report della Commissione sulle “Prospettive agricole dell’UE per il 2020-30”. Che evidenzia la necessità e l’opportunità di un futuro più green per il comparto lattiero-caseario, chiamato, con l’intera filiera, a conciliare sostenibilità economica e ambientale. Attraverso un modello zootecnico improntato al “meno” acqua, emissioni, terra e vacche. E uno industriale che possa soddisfare la domanda comunque crescente di latte e derivati, soprattutto di formaggi. Ma anche quella di prodotti e ingredienti frazionati da latte o siero e con elevato valore aggiunto, tecnologico e nutrizionale.

Insomma, emergenza Covid e politiche UE prospettano criticità e opportunità da affrontare al meglio per il futuro della filiera latte che evidentemente non potrà più essere quella di una volta.