Ismea ha appena preparato una nota di valutazione nel caso dell’uscita del Regno Unito dalla UE senza accordo (no deal), con particolare riferimento agli impatti che potrebbero realizzarsi sulle esportazioni di prodotti agroalimentari dell’Italia verso il mercato inglese. Nel 2018, la bilancia commerciale complessiva di beni e servizi del Regno Unito è stata strutturalmente in deficit per oltre 160 miliardi di euro. I flussi dei prodotti agroalimentari rappresentano una quota pari al 6,6% dell’export inglese e al 10% dell’import del totale. Andando nel dettaglio della filiera lattiera, si legge che a valore (cifre in milioni di euro), i formaggi italiani stagionati esportati in UK sono passati dagli 81 milioni di euro del 2009 ai 123 del 2018 con una variazione di +51,5%; nello stesso periodo quelli freschi sono balzati da 38 e 65, in rialzo del +71,3%; i grattugiati si devono accontentare di un aumento del 19,5% a volume, con le esportazioni che dai 22 milioni di euro del 2009 hanno raggiunto i 27 lo scorso anno. A sbaragliare a volume, sono stati tuttavia i gelati: dai 14 milioni di euro del 2009 ai 31 del 2018, +127,8%. Dall’analisi Ismea emerge inoltre che, per quanto concerne la categoria dei formaggi stagionati, l’Italia si trova in quarta posizione come fornitore, preceduta dal leader Irlanda e da Francia e Paesi Bassi.