Denominazioni generiche: il Gruyere “condannato” negli USA

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Una sentenza della scorsa settimana ha stabilito che il “gruyere” è un formaggio generico che può essere prodotto in qualsiasi luogo. Nella sua decisione il giudice americano ha ribadito che tutti i casari, non solo quelli francesi o svizzeri, possono continuare a caseificare e commercializzare formaggi con questo nome comune.

Nella decisione resa pubblica il 6 gennaio, a prevalere è stata la tesi continuamente portata avanti dal Consortium for Common Food Names (CCFN), dall’US Dairy Export Council (USDEC), dalla National Milk Producers Federation (NMPF) e altri player lattiero-caseari.

Il giudice T.S. Ellis III United States District Court for the Eastern District of Virginia ha infatti confermato la decisione precedente del 5 agosto 2020 dell’Ufficio marchi e brevetti statunitense (USPTO). Quest’ultimo aveva infatti bloccato il tentativo di registrazione negli USA del termine “gruyere” come marchio.

Secondo il giudice Ellis, le argomentazioni presentate dalle associazioni francese e svizzera erano “insufficienti e poco convincenti”. Al contrario, invece, il CCFN ha presentato “prove schiaccianti che gli acquirenti americani di formaggio reputano generico il termine gruyere, denominazione che designa un tipo di formaggio, senza restrizione alcuna sul suo luogo di produzione”.

“I produttori francesi e svizzeri di gruyere hanno già accesso al mercato statunitense e usano marchi distintivi”, ha osservato Jaime Castaneda, direttore esecutivo di CCFN. “In effetti, l’associazione svizzera ha già registrato presso l’USPTO il marchio “Le Gruyère Switzerland AOC”. Nonostante ciò, l’anno scorso entrambe le associazioni europee di produttori di Gruyere hanno presentato ricorso contro la sentenza dell’USPTO alla Corte federale”. La scorsa settimana, l’esito sfavorevole all’IG europea. Non mancheranno ulteriori strascichi. C’è da scommetterci.