Economia circolare: la Commissione promuove l’Italia per il riciclo dei pack

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La Commissione ha individuato gli Stati membri che rischiano di mancare l’obiettivo globale di riciclo per i rifiuti di imballaggio per il 2025: Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia. Invece, nove sono Stati membri sulla buona strada per conseguirli e l’Italia è tra essi (Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia).

La produzione di rifiuti è in aumento

La produzione dei rifiuti di imballaggio è aumentata in misura costante negli ultimi anni: tra il 2013 e il 2020 ha registrato un rialzo del 15% in tutta l’UE, raggiungendo quasi 80 milioni di tonnellate. Oggi si ricicla il 64% dei rifiuti di imballaggio, anche se il tasso varia a seconda del materiale, superando infatti il 75% per gli imballaggi di carta, cartone e metallo, e scendendo al di sotto del 40% per gli imballaggi in plastica – il che rappresenta un problema per la maggior parte degli Stati membri che, in molti casi, rischiano di mancare l’obiettivo di riciclo specifico per materiale di quest’ultimo tipo di rifiuti.

Contesto

La relazione della Commissione costituisce una “segnalazione preventiva” e valuta la probabilità che gli Stati membri raggiungano gli obiettivi di riciclo per il 2025 stabiliti nella direttiva quadro sui rifiuti e nella direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, ovvero: preparazione per il riutilizzo e riciclo del 55% dei rifiuti urbani; riciclo del 65% di tutti i rifiuti di imballaggio; e obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio specifici per materiale (il 75% per la carta e il cartone, il 70% per il vetro, il 70% per i metalli ferrosi, il 50% per l’alluminio, il 50% per la plastica e il 25% per il legno).

La relazione comprende anche una valutazione preliminare della probabilità di raggiungimento dell’obiettivo di ridurre il collocamento in discarica dei rifiuti urbani a meno del 10% entro il 2035.

Come per i rifiuti di imballaggio, la gestione dei rifiuti organici si configura come uno dei principali ostacoli a buoni risultati in materia di riciclo, sebbene l’obbligo di differenziarne la raccolta si applichi a decorrere dal 1º gennaio 2024.

La segnalazione preventiva si basa sul riesame dell’attuazione delle politiche ambientali, da cui erano già emersi problemi relativi all’attuazione della normativa dell’UE in materia di rifiuti. In particolare, nell’Unione erano ancora operative quasi 2 000 discariche illegali o non conformi, che contribuiscono notevolmente all’inquinamento e alle emissioni di gas a effetto serra e rappresentano un’occasione mancata di recupero delle materie prime secondarie.