Gli obiettivi dell’indagine conoscitiva antitrust sulla filiera lattiero-casearia

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06/12/2011 Roma, cerimonia delle consegne all'Autorità' Garante per la Concorrenza nel Mercato. Nella foto Giovanni Pitruzzella, neo preisdente dell'Antitrust
Giovanni Pitruzzella, presidente dell’antitrust

«Con l’indagine conoscitiva sulla filiera lattiero-casearia, avviata il 5 maggio scorso, l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato si propone, da un lato, di individuare l’esistenza di eventuali problematiche nel funzionamento delle dinamiche concorrenziali e di mercato, idonee a incidere sui meccanismi di trasmissione dei prezzi lungo la filiera; dall’altro, di definire in relazione a tali problematiche i possibili ambiti di intervento dell’Autorità, sia ai sensi della normativa a tutela della concorrenza sia ai sensi di quella volta a tutelare le parti contraenti deboli delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agro-alimentari». È quanto ha dichiarato ieri il presidente dell’antitrust, Giovanni Pitruzzella, davanti alla Commissione Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato (testo integrale). L’Agcm ha assunto questa decisione in seguito alla denuncia, ricevuta all’inizio dell’anno, con cui Coldiretti nazionale e Codacons hanno chiesto di accertare l’esistenza di un eventuale abuso del potere economico e contrattuale detenuto dai trasformatori di latte nei confronti degli allevatori o, in subordine, di avviare un’indagine conoscitiva sui criteri di formazione dei prezzi nella filiera lattiero-casearia. L’obiettivo, come ha precisato il presidente Pitruzzella, è di acquisire ulteriori elementi in merito a questi aspetti: 1) “le dinamiche contrattuali con le quali si determinano le condizioni di acquisto e di vendita dei prodotti”; 2) “i meccanismi di trasmissione dei prezzi lungo la filiera”; 3) l’eventuale rilevanza, sia ai sensi della normativa antitrust sia ai sensi dell’art. 62 del D.L. n.1/2012, delle condotte tenute dagli operatori nella contrattazione delle condizioni di acquisto”; 4) “l’effettivo grado di concorrenza esistente tra operatori attivi nei diversi mercati collegati verticalmente nella filiera produttivo-distributiva”. Nel corso dell’audizione Pitruzzella ha ricordato che, nel passaggio dal regime amministrato delle quote latte (cessato il 1° aprile 2015) a un regime di produzione completamente liberalizzato nel contesto europeo, si tratta di garantire un “soft landing” ai circa 34mila allevatori italiani, e di riflesso a milioni di consumatori, come prevede il d.l. n.51 del 5 maggio scorso. «L’Autorità – ha aggiunto Pitruzzella – ha fornito un parere sostanzialmente positivo sul decreto, ritenendolo volto a incentivare il perseguimento di una maggiore efficienza nel settore del latte, mediante un mix tra misure di breve periodo, rappresentate dal rafforzamento delle tutele contrattuali degli allevatori, e misure di medio-lungo-periodo, rappresentate dagli incentivi all’aggregazione degli allevatori e alla costituzione di organizzazioni interprofessionali».