La Commissione europea ha avviato un’indagine su un’imposta che grava sulle vendite di alimenti al dettaglio in Slovacchia. La Commissione teme che talune esenzioni dall’imposta assicurino ad alcuni commercianti un vantaggio sui loro concorrenti, in violazione delle norme UE in materia di aiuti di Stato.
L’inchiesta aperta oggi (caso numero SA.52194) riguarda una tassa stabilita dalla Slovacchia nel dicembre 2018 e che grava sui commercianti al dettaglio di generi alimentari che operano nel Paese. L’imposta è entrata in vigore il 1° gennaio 2019 e il primo pagamento è previsto entro la fine di aprile 2019. La Commissione ha anche ingiunto alla Slovacchia di sospendere l’applicazione della misura fino a conclusione dell’inchiesta. In base al nuovo schema, i commercianti sarebbero tenuti al pagamento di un’imposta trimestrale pari al 2,5% del loro fatturato totale. Tuttavia, sono previste esenzioni parziali o totali, in funzione di diverse condizioni come dimensione, localizzazione e/o tipo di attività. Inoltre, anche i dettaglianti che fanno parte di gruppi o franchising non pagherebbero l’imposta, nonostante che il loro fatturato aggregato sia paragonabile a quello dei maggiori retailer. Nella pratica sarebbero solo 7 i commercianti a versare l’imposta, sei dei quali di proprietà di società di altri Stati membri. L’unico retailer di proprietà slovacca soggetto all’imposta, inoltre, godrebbe di una esenzione significativa del suo fatturato.
La Commissione rileva che la Slovacchia non ha notificato l’imposta alla Commissione. Nel dicembre 2018, la Commissione ha inoltre ricevuto una denuncia formale che sosteneva come la tassa di vendita al dettaglio slovacca violi le regole UE in materia di aiuti di Stato.
In questa fase, la Commissione teme che l’applicazione della tassa slovacca conferisca un vantaggio alle imprese esentate e quindi comporti aiuti di Stato ai sensi delle norme dell’UE. La Commissione teme inoltre che la misura possa incidere negativamente sui consumatori, in particolare con un aumento dei prezzi o una riduzione della scelta in fase di acquisto.
Secondo la valutazione preliminare della Commissione, le attuali esenzioni previste non sono giustificate dalla logica del sistema fiscale slovacco, che intende ridistribuire i profitti dei retailer alla filiera, a vantaggio di agricoltori e produttori di alimenti.