La meccanica italiana piace all’estero

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La meccanica esporta più della metà di quello che produce, precisamente il 60,8%. Questo è il dato a consuntivo 2017, anno in cui le esportazioni sono cresciute del +4,5%. Il trend per il 2018 si attesterebbe al +2,9%, secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi dell’organizzazione Anima che, in seno a Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine. Tra le note dolenti solo il Regno Unito (-2,6% nel 2017), forse per l’incognita Brexit. L’export verso gli Stati Uniti non si smentisce (+6,7%) così come quello verso la Cina: se nel 2012 era di 680 milioni di euro, il 2017 si è chiuso con un valore delle esportazioni pari a 1 miliardo di euro (+19,6% nel 2017). È la sesta destinazione per l’export delle aziende della meccanica. È in ripresa l’import russo, dopo un periodo molto altalenante.

La Russia ha domandato in modo crescente le tecnologie italiane dal 2011 fino al 2014, anno in cui l’export italiano verso questo mercato segna un valore pari a 1,1 miliardi di euro. Nel 2015 la cifra scende a 858 milioni di euro con un nuovo tonfo nel 2016 (717 milioni di euro). Nel 2017 si risale a 895 milioni di euro con un +24,8%. È il settimo mercato di destinazione per la meccanica Anima. Si riprende anche l’Arabia Saudita: dopo le battute d’arresto del biennio 2015/6 si è risollevata nel 2017 (+19,6%). Anche l’export verso la Polonia fa una balzo in avanti nel 2017 (+23,7%) fino a toccare i 737 milioni di euro. Germania, Francia e Spagna hanno richiesto sempre più tecnologia italiana nel corso del 2017. I tedeschi hanno importato più italianità (+5,4% rispetto al 2016), così come la Francia (+6,3% nel 2017) mantenendo il secondo e il terzo posto nella classifica dei dieci Paesi export per la meccanica italiana. La Spagna, in quinta posizione, chiude il 2017 con un +7,5% confermandosi una delle mete più rilevanti delle esportazioni italiane.

La Turchia, invece, rimedia un nono posto con un calo del -4,1%.