Latte di bufala certificato

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È stata pubblicata il 23 luglio la sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato che ha posto fine a una diatriba legale iniziata nel 2018. Il motivo? Il riconoscimento di un secondo libro genealogico bufalino.

Si ricorda che il disciplinare della mozzarella di bufala campana recita all’art 3, lettera A): “Gli allevamenti bufalini dai quali deriva il latte devono essere strutturati secondo gli usi locali con animali originari della zona di cui all’art. 2, di razza mediterranea italiana. I capi bufalini allevati in stabulazione semilibera in limitati paddok, all’aperto con ricorso al pascolamento, devono risultare iscritti ad apposita anagrafe già prevista per legge”.

Contro il riconoscimento si era già espresso il Tar del Lazio con la sentenza n. 10812 del 2021. E altrettanto ha fatto il Consiglio di Stato quest’estate.

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