Qual è la consapevolezza dello spreco alimentare in Germania, Austria e Svizzera? Come si fa la spesa in questi tre Paesi e cosa accade ai cibi scaduti?
Per rispondere a queste e altre domande nel giugno 2021 Danone e Too Good To Go hanno commissionato uno studio su larga scala a INNOFACT. Ecco alcuni risultati.
In tutti e tre i Paesi è il gusto il fattore più importante che spinge all’acquisto, seguito dall’aspetto salutistico e dal prezzo conveniente. In Austria, la regionalità e la qualità biologica influenzano il comportamento dei consumatori di più che in Germania e Svizzera.
I tedeschi, invece, prestano molta più attenzione ai marchi quando fanno la spesa.
In Germania e Austria, circa l’85% degli intervistati considera lo spreco alimentare un problema (molto) rilevante mentre in Svizzera tale percentuale scende al 78%. E le donne ne risultano più consce rispetto agli uomini (soprattutto in Germania e Austria).
Circa due terzi degli intervistati di Austria e Germania considerano (molto) grande l’impatto dello spreco alimentare sull’ambiente. In Svizzera, il dato si attesta a meno del 60% (significativamente inferiore rispetto all’Austria).
Il ruolo delle aziende alimentari
In Germania, in particolare, i consumatori vorrebbero spiegazioni migliori in merito alla data di scadenza sugli imballi, cosa che piacerebbe pure a più della metà degli austriaci. Circa una persona su due in tutti e tre i Paesi vorrebbe che tutti i processi all’interno di un’azienda e gli attori coinvolti si impegnassero per minimizzare lo spreco lungo la filiera nel suo complesso. E che ciò fosse comunicato in maniera appropriata.
Gli svizzeri meno spreconi
Molto spesso, frutta, pane e avanzi di cibi preparati in casa finiscono in pattumiera, ma questo è molto meno comune in Svizzera rispetto a Germania e Austria. Gli svizzeri sono anche significativamente meno inclini a buttare via derivati lattieri (formaggi inclusi) e insaccati.
Quasi per un intervistato su due è la data di scadenza a incidere sulla decisione di buttare via latte e derivati.
A spingere a cestinare derivati lattieri e bevande vegetali sono soprattutto l’incertezza in merito alla loro freschezza/commestibilità, i prodotti sono andati a male/si sono deteriorati troppo rapidamente o hanno oltrepassato la data di scadenza.
Nel caso di insaccati/carne, formaggi e latticini scaduti da 3 giorni, gli intervistati (grafico 4) dichiarano di verificarne la commestibilità mediante l’olfatto e l’assaggio e, passato l’esame, di consumarlo il prima possibile.