Pecorino romano: spunti pre-assemblea

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Per il Centro Studi Agricoli, la produzione sarda del Pecorino Romano Dop dovrebbe essere esclusivamente da latte di pecore di razza sarda

 

Il 9 dicembre il direttivo ha convocato l’assemblea del Consorzio del Pecorino Romano Dop. Tra gli argomenti in discussione, sottolinea il Centro Studi Agricoli in una nota, vi è la modifica del disciplinare di produzione della Dop. “Una decisione – si legge nella nota – che sta passando quasi inosservata al mondo agro pastorale sardo e, ancora piĂą incredibilmente, pare, all’intera classe politica sarda e in particolare all’Assessora regionale all’Agricoltura, che sull’argomento non ha sino a oggi (Ndr. il 26 novembre) espresso nessun giudizio o linea della regione”. “Quella del 9 dicembre è una decisione estremamente importante perchĂ© segnerĂ  le produzioni e la programmazione del comparto ovicaprino dei prossimi 15/20 anni in Sardegna. Ecco perchĂ© come Centro Studi Agricoli – afferma il presidente Tore Piana – abbiamo convocato il nostro comitato tecnico-scientifico, coordinato dal Marino Contu, per analizzare approfonditamente l’argomento e prendere una nostra posizione da rendere pubblica”.

Le tre opzioni

“Oggi in campo ci sono tre distinte posizioni – prosegue Piana. – La prima vorrebbe lasciare il disciplinare così com’è senza nessuna modifica (oggi è permesso trasformare il latte di pecora alla Dop proveniente da qualsiasi razza, purchĂ© pascoli in Sardegna). La seconda vorrebbe, invece, modificare il disciplinare di produzione inserendo una “tolleranza”: si parla del 5% di latte trasformato alla DOP proveniente da altre razze esotiche, come Assaf o Lacune. Tradotto in litri di latte significherebbe circa 15 milioni di litri latte e legalizzare la presenza di circa 44mila pecore esotiche in Sardegna. La terza posizione è quella della tolleranza zero, che vede il solo latte prodotto dalle pecore di razza Sarda trasformato a Pecorino Romano DOP, per quanto riguarda la Sardegna”.

“Ed è quest’ultima posizione, che come Centro Studi Agricoli – continua Tore Piana – che chiediamo all’assemblea del 9 dicembre di adottare. Noi come Centro Studi Agricoli vorremmo mantenere la pecora di razza sarda, come l’unica razza in Sardegna per la produzione del Pecorino Romano DOP”. Grazie a questa razza, infatti, il PR ha quel sapore e odore unici che i formaggi di imitazione non possiedono affatto.

Deficit nel piano produttivo

Infine la nota del Centro Studi Agricoli afferma che “Oggi, grazie alla sua qualità e al lavoro di promozione attuato in questi anni dal consorzio, il Pecorino Romano pare abbia richieste per oltre 400mila q a fronte di una produzione stimata per il 2022 di poco più di 280mila q. E il prezzo tenderà a salire. In questi giorni ci giungono notizie di mediazioni a 10,5 €/kg. Si stimano quotazioni di oltre 1,20 €/l nel sistema cooperativo”.