Un 2015 avaro di soddisfazioni per il lattiero-caseario

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Secondo un rapporto pubblicato martedì, nel complesso le esportazioni agroalimentari dell’UE verso i Paesi terzi lo scorso anno hanno raggiunto il record di 129 miliardi di euro (+6% rispetto al 2014). I principali aumenti si sono verificati nelle esportazioni verso Stati Uniti (+18,5%) e Cina (+39%) che ha spodestato la Russia dal secondo posto. Nel merito dei comparti si sono distinti quelli di cereali (+ 1,2 miliardi di euro), vini (835 milioni di euro) e liquori (+641m di euro). Battuta d’arresto, invece, anche a causa dell’embargo russo, per l’export di latte in polvere e formaggi (-963m di euro nell’insieme) e frutta fresca (-341m di euro). Anche le importazioni agroalimentari comunitarie sono aumentate sino a raggiungere i 113 miliardi di euro (+8,7% rispetto al 2014) ma, nonostante questo, la bilancia commerciale del comparto agroalimentare dell’UE ha avuto un surplus complessivo di 16 miliardi di euro, cifra inferiore ai 18 miliardi di euro del 2014. Lo stesso giorno l’Istat ha diffuso anche gli analoghi dati italiani da cui si evince che il comparto agroalimentare nel 2015 ha fatto registrare un export pari a 36,848 miliardi di euro, diretto soprattutto verso l’Unione europea (oltre 24 miliardi in valore, +6,1% rispetto al 2014) e in particolare verso la Germania che nel 2015 ha importato 6,5 miliardi di euro di prodotti agricoli e alimentari made in Italy. Cresce del 9,4% l’area extraUe che supera a valore i 12 miliardi di euro. Spiccano gli aumenti del mercato degli Stati Uniti che arriva a 3,6 miliardi con un +20% sul 2014 e della Cina che, con un incremento del 23%, sfiora il mezzo miliardo complessivo. Gli indici Istat, tuttavia, evidenziano un disavanzo nella bilancia commerciale negativo per la voce agricoltura (agricoltura, silvicoltura e pesca) pari a 7,1mld di euro (l’export dall’Italia è 6,6mld di euro) ma positivo per 1,2mld di euro per la voce alimentari, bevande e tabacco grazie a un export di 30,2mld di euro.