Granarolo: un 2020 in linea con le previsioni

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Gianpiero Calzolari

Secondo il progetto di bilancio che sarà sottoposto agli azionisti, lo scorso anno il Gruppo Granarolo ha raggiunto un fatturato consolidato di 1.280 milioni di euro, in calo del 3% anno su anno (37 milioni a valore). A perimetro costante e al netto dell’effetto cambi, la riduzione del fatturato si attesta al 3,1% a causa della contrazione delle vendite normal trade e food service in Italia e nei Paesi in cui opera.

I cambiamenti sociali imposti dalla “nuova normalità” hanno penalizzato i consumi fuori casa – il canale ha perso il 40,7%, il Gruppo Granarolo il 25-30% medio, con picchi del -80% da marzo a maggio – in favore dei consumi domestici attraverso un cambio del mix di spesa che ha privilegiato soprattutto i prodotti commodity a shelf life più lunga (latte esl e latte UHT a lunga conservazione) e gli ingredienti (uova, formaggi, mascarpone …).

Il margine operativo lordo (EBITDA) si colloca a 78,5 milioni pari al 6,1% dei ricavi, sostanzialmente in linea con le previsioni aziendali e in miglioramento rispetto al 2019 di 5,8 milioni di euro (+8%).

Il risultato operativo (EBIT) è 28 milioni di euro, pari al 2,2% dei ricavi di vendita.

Il risultato netto dell’esercizio assicura un utile pari a 15,8 milioni di euro.

La Posizione Finanziaria Netta si attesta a 164 milioni di euro, in incremento di 2,6 milioni di euro rispetto allo stesso dato al 31 dicembre 2019.

L’Italia è il principale sbocco

Le vendite del gruppo sono tradizionalmente concentrate in Italia (66,8% dei ricavi). L’Europa assicura il 28,2% dei ricavi (+1%) mentre l’area extra europea il 4,9% (-10,9%). Complessivamente l’incidenza del fatturato estero sul totale è del 33%, così come avvenuto nell’esercizio precedente.

“Nel corso del 2020 il nostro Gruppo, che opera in un settore non facile in termini di marginalità media e con costi di logistica significativi, ha reagito con tempestività alla nuova situazione di mercato determinata dalla pandemia e dalle forti restrizioni connesse – dichiara Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo. –  Abbiamo agito per garantire da subito la salute delle nostre persone, la produzione di beni essenziali come latte e derivati, la parziale riconversione sull’e-commerce del nostro network logistico operante sull’horeca, il sostegno alle comunità maggiormente colpite dal virus. Nonostante la contrazione delle vendite del latte fresco derivante dalla chiusura di bar e scuole, Granarolo si è impegnata a raccogliere tutto il latte prodotto dagli allevatori italiani della filiera Granlatte e da altri allevatori fuori filiera rimasti in difficoltà, nella consapevolezza dell’importante ruolo svolto dalla cooperativa in Italia.

L’obiettivo del lavoro che stiamo mettendo a punto è di restituire agli azionisti e agli agricoltori del Paese il maggior valore aggiunto che deriva dalla qualità delle produzioni e dall’efficienza dell’organizzazione. La chiusura di questo bilancio è in linea con quest’assunto, in un anno imprevedibile come quello appena chiuso. La piena ripresa, una volta che il piano vaccinale avrà sortito i suoi effetti, desta comunque qualche preoccupazione. Le stime ISTAT infatti parlano di molte famiglie in difficoltà, un PIL che scende e un terzo di esercizi (bar, ristoranti…) che non riapriranno più”.