Il commercio dairy toccherà 14,2 milioni di tonnellate nel 2032

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Il rapporto “OECD-FAO Agricultural Outlook 2023-2032” appena pubblicato contiene un capitolo che descrive gli sviluppi di mercato e le proiezioni a medio termine per il comparto globale lattiero-caseario in tale periodo. Le proiezioni riguardano il consumo, la produzione, il commercio e i prezzi del latte, dei derivati lattieri freschi*, del burro, dei formaggi, del latte scremato in polvere e del latte intero in polvere. Il capitolo si conclude con una discussione sui principali rischi e incertezze che potrebbero avere implicazioni nel prossimo decennio.

Comparto in crescita in Asia meridionale e Africa

Con l’aumento del reddito e della popolazione, si prevede che nel medio termine verranno consumati più prodotti lattiero-caseari. Questa forte crescita si concentrerà in India, Pakistan e in diversi Paesi africani. Complessivamente, si prevede un rialzo del consumo pro capite dello 0,8% all’anno a 15,7 kg (equivalente di solidi del latte) entro il 2032. I derivati lattiero-caseari più consumati sono quelli freschi, non trasformati o solo leggermente trasformati (cioè pastorizzati o fermentati) e la loro quota nel consumo mondiale dovrebbe aumentare nel prossimo decennio. Nei Paesi a basso e medio reddito, i derivati freschi soddisfano più dei due terzi del consumo lattiero medio pro capite (solidi del latte). Nelle nazioni più industrializzate sono invece i derivati processati a ottenere maggiore popolarità.

In termini di solidi del latte il formaggio è il derivato lattiero trasformato più consumato, soprattutto in Europa e Nord America e se ne prevede un rialzo in entrambe le regioni. In Asia, il burro non è solo il prodotto lattiero-caseario trasformato più consumato, rappresentando quasi la metà del totale dairy trasformati consumati (in termini di solidi del latte), ma è anche quello a maggiore crescita prevista.
In Africa, il formaggio e il latte intero in polvere (WMP) rappresentano la maggior parte del consumo di prodotti lattiero-caseari trasformati. Nel prossimo decennio, tuttavia, si prevede che il latte scremato in polvere (SMP) registrerà l’incremento più elevato, sebbene partendo da una base inferiore.

Ci si attende che la produzione mondiale di latte (circa l’81% di vacca, il 15% di bufala e il 4% di capra, pecora e cammella insieme) guadagnerà l’1,5% annuo nel prossimo decennio (fino a 1.039 Mt nel 2032), e lo farà più rapidamente rispetto alla maggior parte delle principali derrate agricole. Si prevede che oltre la metà dell’aumento della produzione totale di latte proverrà da India e Pakistan, che insieme rappresenteranno oltre il 32% della produzione mondiale nel 2032. La produzione del secondo produttore mondiale di latte, l’Unione Europea, dovrebbe diminuire leggermente in risposta a diversi fattori quali: ristagno della domanda interna dovuto alla bassa crescita demografica; calo del consumo pro capite di derivati lattieri freschi; politiche mirate alla transizione verso una produzione sostenibile, espansione della produzione biologica e dei sistemi basati sul pascolo.

Globalmente, dovrebbe essere rilevante la crescita prevista della mandria da latte, soprattutto nelle regioni con basse rese come l’Africa subsahariana e nei principali Paesi produttori di latte come l’India e il Pakistan. Durante il periodo di proiezione, si prevede che le rese globali cresceranno costantemente soprattutto nel Sudest asiatico.

Il latte viene commercializzato a livello internazionale principalmente sotto forma di derivati trasformati. La Cina dovrebbe rimanere il più importante importatore dairy nonostante un rialzo più marcato della produzione nazionale di latte rispetto all’ultimo decennio. La crescita della popolazione e del reddito dovrebbe guidare il previsto aumento della domanda di importazione di prodotti lattiero-caseari nei Paesi del Sudest asiatico, a causa di uno spostamento verso diete più ricche di prodotti di origine animale. Tuttavia, si prevede che il loro consumo pro capite rimarrà basso rispetto ai tradizionali mercati di consumo di prodotti lattiero-caseari. Anche Russia, Messico e i Paesi del Vicino Oriente e del Nord Africa (NENA), in particolare l’Arabia Saudita, continueranno a essere significativi importatori netti di prodotti lattiero-caseari. Nel medio termine, l’Unione europea, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti rimarranno i principali esportatori di derivati lattieri processati e, insieme, dovrebbero veicolare in termini di export circa il 65% del formaggio, il 70% del WMP, il 70% del burro e l’80% dell’SMP nel 2032.

Dal 2015, il prezzo del burro è stato notevolmente superiore a quello dell’SMP. Questo a causa della maggiore domanda internazionale di materia lattiera grassa rispetto a quella di altri solidi (del latte). Tale divario dovrebbe poi persistere nell’intero periodo di proiezione. Nel complesso, si prevede che i prezzi si svilupperanno in linea con le altre principali materie prime agricole, registrando un leggero rialzo nominale dopo un aggiustamento al ribasso nei primi anni di previsione.

Sebbene il tasso di crescita delle alternative a base vegetale sia forte in molte regioni, come Asia orientale, Europa, Oceania e Nord America, le opinioni contrastanti sul loro impatto ambientale e sui benefici alla salute determinano incertezze sulla loro incidenza a lungo termine sulla domanda di prodotti lattiero-caseari. Nel periodo di proiezione si prevede che il consumo pro capite di derivati lattieri freschi diminuirà in Europa, Oceania e Nord America, in parte a scapito di un crescente consumo di alternative vegetali.

L’introduzione di nuove politiche di produzione sostenibile o problemi di accettazione da parte dei consumatori dei prodotti lattiero-caseari avranno un impatto sulle proiezioni per il settore stesso. In alcuni Paesi, la produzione lattiero-casearia rappresenta una quota sostanziale delle emissioni totali di gas a effetto serra (GHG), con conseguenti considerazioni su come la filiera si debba modificare per ridurre tali emissioni.

Solo una quota relativamente piccola della produzione mondiale di latte viene commercializzata a livello internazionale come derivati trasformati, principalmente polveri e formaggio. Inoltre, il commercio di prodotti lattiero-caseari è spesso contemplato in modo specifico negli accordi commerciali regionali. Di conseguenza, accordi commerciali nuovi o modificati tendono ad alterare il commercio globale di prodotti lattiero-caseari. Qualsiasi ingresso dell’India, il più grande produttore e consumatore mondiale di prodotti lattiero-caseari, nel mercato internazionale potrebbe avere un forte impatto. Attualmente, alcune aziende lattiero-casearie indiane mostrano interesse per l’esportazione nei Paesi limitrofi.

Tendenze attuali del mercato

Calano i prezzi dopo i livelli record del 2022

Nel 2022 il valore dell’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è aumentato del 20% per tutti i derivati, raggiungendo un nuovo massimo storico. Il picco dei prezzi è stato raggiunto attorno alla metà del 2022 e da allora hanno iniziato una lenta discesa. Tuttavia, le quotazioni del latte sul mercato interno hanno raggiunto il picco più tardi e hanno iniziato a diminuire solo verso la fine del 2022. I principali driver dei prezzi sono stati i costi dell’energia e dei mangimi, entrambi con un andamento simile, ma con oscillazioni maggiori rispetto a quelli di latte e derivati.

La produzione mondiale di latte è cresciuta dello 0,7% nel 2022 a circa 897 Mt. Quella indiana ha registrato un +2,2% attestandosi a 194 Mt., ma con scarso impatto sul mercato mondiale a causa del suo export marginale a volume. Focalizzandosi sui tre principali esportatori, la produzione dell’Unione Europea è rimasta invariata nel corso del 2022, quella della Nuova Zelanda è diminuita mentre quella statunitense è aumentata.

Il commercio mondiale di prodotti lattiero-caseari nel 2022 ha perso terreno a causa della domanda notevolmente inferiore della Cina, in particolare per il WMP. Al contrario, altri importanti importatori lattiero-caseari – Arabia Saudita, Indonesia e Messico – hanno aumentato le loro importazioni. Tra i grandi esportatori, gli Stati Uniti potrebbero dire la loro nel soddisfare tale domanda aggiuntiva.

Proiezioni di mercato

Consumi

La forte domanda in India e Pakistan sta guidando l’aumento del consumo globale

Sebbene il latte sia altamente deperibile, la maggior parte di esso è consumato sotto forma di derivati freschi, compresi quelli fermentati e pastorizzati. La quota di prodotti lattiero-caseari freschi nel consumo globale dovrebbe aumentare nel prossimo decennio a causa della maggiore crescita della domanda in India e Pakistan, che a sua volta è trainata dalla crescita del reddito e della popolazione. Si prevede che il consumo mondiale pro capite di prodotti lattiero-caseari freschi aumenterà dell’1,0% annuo nel prossimo decennio, un po’ più rapidamente rispetto agli ultimi dieci anni, trainato principalmente da una maggiore crescita del reddito pro capite.

Elevata sarà la variabilità del consumo di latte pro capite (in termini di solidi del latte), a causa del differente rialzo dei redditi e delle preferenze regionali. Nei Paesi a basso e medio reddito si consumano soprattutto derivati freschi. Il consumo pro capite di questi ultimi dovrebbe essere elevato in India e Pakistan, ma basso in Cina.

In Europa e Nord America, la domanda complessiva pro capite di derivati lattieri freschi è stabile o in calo. Negli ultimi anni la domanda si è spostata verso i grassi lattieri, come latte alimentare intero e panna. Le alternative a base vegetale sono sempre più diffuse e competono soprattutto con i derivati lattieri freschi piuttosto che con quelli trasformati.

Si prevede che nel consumo complessivo di solidi del latte la quota di prodotti lattiero-caseari trasformati, in particolare di formaggio, sia strettamente correlata ai redditi dell’individuo, con variazioni imputabili a preferenze locali, vincoli dietetici e all’urbanizzazione. La quota maggiore del consumo totale di formaggio, il secondo derivato lattiero più mangiato, si concentra in Europa e Nord America, dove si prevede che il consumo pro capite continuerà ad aumentare nel periodo di proiezione. Il consumo di formaggio si affermerà anche nelle regioni in cui tradizionalmente non faceva parte della dieta nazionale. Nei Paesi del Sudest asiatico, l’urbanizzazione e il maggiore reddito hanno portato a mangiare più pasti fuori casa, hamburger e pizze compresi.

Il consumo di burro ha avuto una ripresa in Europa e Nord America a causa di nuove preferenze. Forse in ragione di studi recenti che hanno rivalutato l’impatto sulla salute del burro.

Il settore manifatturiero – in particolare quello dei dolciumi, alimenti per l’infanzia e prodotti da forno – continuerà a usare prevalentemente SMP e WMP. Una piccola quota di derivati come SMP e siero in polvere, trova impiego nell’alimentazione animale. Il siero in polvere sta guadagnando importanza a livello globale per il suo uso nella produzione di alimenti nutrizionali, in particolare di preparazioni per la nutrizione clinica, per neonati e anziani.

Export di pochi, import frammentato

Solo il 7% circa della produzione mondiale di latte viene commercializzato a livello internazionale, principalmente a causa della sua deperibilità e dell’elevato contenuto di acqua (oltre l’85%). È scambiato invece oltre il 50% della produzione mondiale di WMP e SMP. Vi è inoltre un commercio quantitativamente limitato di derivati lattiero-caseari freschi tra Paesi vicini (Canada e Stati Uniti, Unione Europea e Svizzera). Un’eccezione sono le importazioni cinesi di latte liquido dall’UE e dalla Nuova Zelanda: si tratta di latte e panna UHT che possono essere spediti su lunghe distanze, in alcuni casi anche a tariffe di trasporto (cinesi) favorevoli. Le importazioni nette della Cina di prodotti lattiero-caseari freschi nel periodo di riferimento hanno raggiunto 1,2 milioni di tonnellate, e non dovrebbero aumentare di troppo nel prossimo decennio.

Il commercio mondiale lattiero-caseario dovrebbe crescere nel prossimo decennio sino a 14,2 milioni di tonnellate nel 2032 (+11% rispetto al periodo di riferimento). A soddisfare tale rialzo di domanda saranno soprattutto le esportazioni di Stati Uniti, UE e Nuova Zelanda. Si prevede che questi tre aree congiuntamente saranno responsabili di circa il 65% delle esportazioni di formaggi, il 70% di quelle WMP, il 70% dell’export di burro e l’80% di quello di SMP nel 2032. L’Australia, invece, ha perso quote di mercato pur rimanendo un importante esportatore di formaggio e SMP. Nel caso di WMP, anche l’Argentina è un importante esportatore e si prevede che rappresenterà il 5% delle esportazioni mondiali entro il 2032. Negli ultimi anni, la Bielorussia è diventata un importante esportatore, principalmente verso il mercato russo a causa dell’embargo russo nei confronti di diversi importanti Paesi dairy esportatori.

L’Unione Europea continuerà ad essere il principale esportatore mondiale di formaggi, seguita da Stati Uniti e Nuova Zelanda. Regno Unito, Giappone, Russia, UE e Arabia Saudita dovrebbero essere i primi cinque importatori di formaggio nel 2032.

La Nuova Zelanda rimane il maggiore fornitore di burro e WMP sul mercato globale e le sue quote di mercato dovrebbero attestarsi rispettivamente intorno al 40% e al 60% entro il 2032. La Cina è il principale importatore di WMP dalla Nuova Zelanda, ma il commercio tra i due Paesi dovrebbe essere meno dinamico durante il periodo di proiezione. La prevista crescita della produzione nazionale di latte in Cina limiterà la crescita delle importazioni di WMP. Si prevede che la Nuova Zelanda diversificherà e aumenterà leggermente la sua produzione di formaggio nel periodo considerato.

Gli Stati Uniti dovrebbero essere l’esportatore più dinamico nel prossimo decennio, in particolare per quanto concerne l’SMP. Ciò richiederebbe però una capacità di essiccazione che va oltre gli attuali investimenti. Le importazioni di SMP sono disperse a livello globale poiché è il derivato più facile da commercializzare per impiego nella trasformazione alimentare.

Le importazioni sono distribuite più ampiamente tra i diversi Paesi. Le destinazioni principali per tutti i prodotti lattiero-caseari sono rappresentate dai Paesi NENA, quelli ad alto reddito, dal Sudest asiatico e Cina. Si ritiene che quest’ultima continuerà a essere il maggiore importatore mondiale, in particolare di WMP con un’import che dovrebbe rappresentare il 21% delle importazioni globali nel 2032. Il consumo pro capite di derivati lattieri in Cina è relativamente basso rispetto ai mercati tradizionali, ma la domanda è cresciuta significativamente nell’ultimo decennio e tale trend dovrebbe proseguire. La maggior parte delle sue importazioni dairy proviene dall’Oceania, sebbene negli ultimi anni l’UE abbia aumentato le sue esportazioni di burro e SMP verso il Paese asiatico.

Sebbene alcune regioni, come India e Pakistan, siano autosufficienti, il consumo totale di prodotti lattieri in Africa, nel Sudest asiatico e nel NENA dovrebbe crescere più rapidamente della produzione, facendo lievitare le importazioni. Tale ulteriore crescita della domanda dovrebbe essere soddisfatta dal latte in polvere (piuttosto che da quello liquido) che può essere ricostituito o ulteriormente lavorato. Le importazioni di NENA dovrebbero provenire principalmente dall’Unione Europea, mentre gli Stati Uniti e l’Oceania dovrebbero essere i principali fornitori di polveri del Sudest asiatico.

 Prezzi reali tenderanno al ribasso

I prezzi lattiero-caseari internazionali sono quelli dei prodotti trasformati dei principali esportatori di Oceania ed Europa. I due principali prezzi di riferimento sono il burro e l’SMP.

Dal 2015, il burro si è apprezzato molto di più rispetto all’SMP. L’aumento della domanda di materie grasse del latte ha determinato l’emergere di un divario di prezzo tra i due prodotti. E il prezzo del burro continuerà a essere sostenuto da una maggiore domanda di materie grasse del latte rispetto ad altri solidi del latte sul mercato internazionale. Pertanto, si presume che il divario tra il prezzo del burro e il LSP rimarrà determinante nel prossimo decennio. Inoltre, i prezzi di burro e SMP subiranno un leggero calo durante il periodo di proiezione poiché le forniture rispondono agli attuali incentivi sui prezzi. I prezzi mondiali di WMP e formaggio poi dovrebbero essere influenzati dall’andamento di quelli di burro e SMP, in linea con il rispettivo contenuto di solidi grassi e non grassi.

La forte volatilità dei prezzi lattiero-caseari internazionali deriva dalla sua piccola quota di mercato, dal predominio di pochi esportatori e da una politica commerciale molto restrittiva. La maggior parte dei mercati nazionali è collegata solo debolmente a tali prezzi poiché i derivati lattieri freschi dominano il consumo e solo una piccola quota di latte viene lavorata rispetto a quella che viene fermentata o pastorizzata.

Rischi e incertezze

L’impatto delle alternative vegetali sul settore del latte alimentare si è fatto sentire sempre di più, soprattutto in Nord America, Europa e Asia orientale. Le diverse bevande alternative hanno continuato ad espandersi oltre le opzioni più tradizionali, provenendo da fonti quali frutta a guscio, legumi e altre colture. Fra i fattori chiave della loro popolarità, le preoccupazioni per la salute e per l’impatto ambientale della filiera lattiero-casearia, e l’intolleranza al lattosio. I tassi di crescita delle alternative vegetali sono forti, pur partendo da una base bassa, sebbene siano contestate le evidenze relative al loro impatto ambientale e ai benefici per la salute. La sostenibilità di bevande alla mandorla e alla soia è stata messa in discussione poiché oltre alle emissioni di gas serra sono sensibili a tematiche ambientali come l’utilizzo dell’acqua e la deforestazione. Allo stesso modo, l’intolleranza al lattosio è una preoccupazione per alcuni consumatori che hanno comunque a disposizione anche numerosi prodotti lattieri delattosati nel caso in cui non vogliano assumere le alternative vegetali.

La legislazione ambientale potrebbe avere un forte impatto sullo sviluppo futuro della filiera lattiero-casearia. Le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalle attività lattiero-casearie rappresentano una quota elevata delle emissioni totali in alcuni Paesi (ad es. Nuova Zelanda e Irlanda) nonché politiche e iniziative ambientali più rigorose – come Pathways to Dairy Net Zero lanciate nel settembre 2021 dal settore lattiero-caseario – potrebbero influire sul livello e la natura della filiera lattiero-casearia per frenarne le emissioni.

Gli esperti europei ipotizzano un calo delle esportazioni lattiere a causa della strategia comunitaria From farm to fork. Tuttavia, una legislazione ambientale più rigorosa potrebbe anche portare a soluzioni innovative che migliorino la competitività del settore a lungo termine.

Nel complesso, il livello globale delle emissioni di gas serra dipenderà in gran parte dal recupero in termini di efficienza di Paesi come l’India in cui vi sono una mandria numerosa e una produzione estensiva. Inoltre, i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi, già sperimentati in alcune aree, potrebbero contrarre la redditività della produzione di latte nei Paesi colpiti.

L’aggressione della Russia contro l’Ucraina ha notevolmente aumentato l’incertezza in tema di energia, fertilizzanti e altre forniture agricole e potrebbe rallentare la crescita economica. Gli impatti di mercato potrebbero essere avvertiti in settori correlati come quello lattiero-caseario attraverso il rialzo dei costi di input. Potrebbe anche aumentare l’interesse per l’agricoltura circolare, focalizzandosi sul ricorso a meno input esterni, pratica già in essere nella filiera lattiero-casearia.

I cambiamenti nelle politiche interne sono fonti di incertezza. Nell’Unione europea, l’intervento pubblico di acquisto di SMP e burro a prezzi fissi è ancora ammissibile in determinate circostanze e ciò ha già avuto un notevole impatto sul mercato negli ultimi anni.

I flussi commerciali di prodotti lattiero-caseari potrebbero essere sostanzialmente alterati dai cambiamenti al contesto commerciale. Le modifiche agli accordi commerciali esistenti o la stipula di nuovi inciderebbero sulla domanda e sui flussi commerciali dei derivati lattieri. Inoltre, India e Pakistan, i grandi paesi consumatori di prodotti lattiero-caseari, non sono stati integrati nel mercato lattiero-caseario internazionale poiché si prevede che la produzione interna si espanderà rapidamente per rispondere alla crescente domanda interna. I futuri investimenti nelle infrastrutture della catena del freddo in queste regioni contribuiranno ad aumentare il loro grado di autosufficienza lattiero-casearia.

 

* I derivati lattieri freschi comprendono tutti i prodotti lattieri e il latte che non sono inclusi nei prodotti processati (burro, formaggio, latte scremato in polvere, latte intero in polvere, siero in polvere e talune caseine). Le quantità sono espresse in latte vaccino equivalente