Il consumi lattieri cedono nel primo semestre 2021

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Il report n. 6/2021 di Ismea evidenzia come i primi sei mesi del 2021 siano stati ancora largamente influenzati dall’andamento della pandemia. I consumi domestici si attestano infatti su livelli analoghi a quelli dei primi sei mesi del 2020, superando quindi in ampia misura quelli dello stesso periodo del 2019.

A fronte del perdurare delle limitazioni per il contenimento della diffusione del virus, dopo il +7,4% messo a segno nel 2020, la spesa alimentare si mantiene su livelli elevati anche nel primo semestre 2021. Infatti, si registra un lievissimo incremento (+0,1%) sul primo semestre 2020, attestandosi su livelli superiori del 9,6% rispetto al primo semestre di un’annata regolare come quella del 2019.

Cosa succede al dairy

Dopo il +8,3% del 2020, il segmento mette a segno un netto cedimento nel primo semestre 2021: -5% della spesa complessiva del. Nel primo semestre del 2021 i consumi di formaggi hanno avuto un generale ripiegamento rispetto al 2020 (-4,2% i volumi totali), dinamica piuttosto naturale e attesa dopo l’eccezionale annata precedente in cui gli acquisti in volume erano cresciuti del 10%. Le dimensioni delle dinamiche sono piuttosto uniformi tra le categorie merceologiche, con flessioni in volume che vanno dal -3,9% dei formaggi freschi al -4,7% dei formaggi semiduri (-3,2% e -6,7% la spesa).

Nel complesso emerge però, dal confronto con il 2019, come alcune referenze abbiano mantenuto meglio di altre le quote guadagnate in lockdown; è il caso dei formaggi freschi, che dopo il +13% del 2020 (sono la referenza che ha segnato il maggior incremento) hanno registrato la flessione meno importante nel primo semestre 2021, solo -3,2% mantenendo un vantaggio sul 2019 nel corso di tutti i sei mesi che si traduce nel complesso in un +11%.

I formaggi duri dopo il recupero del 10% in volume nel 2020 perdono nel primo semestre 2021 il 4,6%, attestandosi comunque su livelli superiori al 2019 del 6,3%; +9,1% e -4,3% le variazioni della spesa nel 2020 e nel primo semestre 2021. I formaggi a Denominazione, che in volume rappresentano un quarto dell’offerta e in valore circa un terzo del fatturato (32% nel 2020), hanno mostrato dinamiche in linea con il resto del comparto e dopo l’incremento del 10,4% nel 2020 (leggermente superiore al +9,8 dei non DOP), nel primo semestre 2021 segnano una flessione degli acquisti in volume del 5,1% (leggermente superiore a quella del 3,9% messa a segno dai non DOP).

Latte: non resta che piangere

Flessioni di rilievo si registrano invece per il latte, sia per il fresco (-5,1%) i cui consumi sono oramai in declino strutturale, sia per l’UHT, che aveva visto un buon rilancio nel 2020 (+9,4% sul 2019), ma che vede le vendite ripiegare del 5,8% in questi primi sei mesi del 2021, data anche la ripresa delle consumazioni fuori casa per la parziale riapertura dei bar.