Istantanea Ismea su un comparto in difficoltà

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Secondo il report “tendenze. Lattiero-caseario” di Ismea il settore nazionale attraversa una fase complicata. A iniziare dai prezzi all’ingrosso che si distaccano nettamente dallo scorso anno. Prodotti guida, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano ben lo testimoniano.

Complici una frenata dell’export e una mancata ripresa dei consumi fuori casa a causa della ridottissima stagione turistica, i mesi estivi hanno rappresentato il momento di maggiore difficoltà dall’inizio della pandemia. Infatti, nel terzo trimestre le contrazioni hanno sfiorato il -29% nel caso del Reggiano e il -23% per il Padano. Nel contempo sono risultate in aumento anche le relative produzioni: +2,2% per il Padano (nel periodo gennaio-settembre 2020), nonostante i consistenti cali di agosto e settembre, e +5,3% per il Reggiano. Altri formaggi, come Gorgonzola e il Provolone, sono relativamente stabili.

Sul fronte delle materie grasse si avverte l’influsso delle dinamiche continentali e, sebbene ancora molto distanti dai livelli di un anno fa, i prezzi del burro hanno cominciato a risalire (+35% tra la primavera e l’estate in corrispondenza della riapertura di bar, gelaterie e pasticcerie).

Export in difficoltà

In generale, il mercato interno è risultato ulteriormente appesantito dal forte rallentamento delle esportazioni di formaggi e latticini. Dopo i rialzi del 2019 (+6,3% in volume e +11,2% in valore), infatti, le vendite oltreconfine di derivati lattieri hanno fatto registrare nei primi sette mesi del 2020 un timido +0,6% in valore e un +3,1% dei volumi, segnale di prezzi all’export in ripiegamento rispetto allo scorso anno.

Nonostante la tenuta dei volumi in tutti i principali acquirenti europei (incluso Regno Unito con il +5,3%), la performance esportativa dei formaggi italiani è stata inficiata soprattutto dalla brusca frenata registrata sui mercati extra-continentali a causa delle problematiche sanitarie e logistiche (-21% in volume negli Stati Uniti e -10,1% in Giappone). In particolare, per Grana Padano e Parmigiano Reggiano il segno positivo complessivamente registrato dalle esportazioni in volume (+2% rispetto ai primi sette mesi del 2019) si è accompagnato a una flessione degli introiti (-4%). Situazione differente per i formaggi freschi che, grazie a una sostanziale tenuta dei prezzi, hanno fatto registrare un +7,4% in valore e un + 7,7% in volume.

In calo l’import di latte…

La buona disponibilità di materia prima nazionale e la minore richiesta da parte dell’industria di trasformazione ha determinato un forte calo delle importazioni di latte in cisterna, verificatosi anche a fronte di prezzi in aumento. A eccezione della Francia, la contrazione dei flussi in entrata ha riguardato soprattutto la Germania (-30% in volume rispetto ai primi sette mesi del 2019), ma anche i Paesi dell’Est Europa (Ungheria -30%).

… e di formaggi

Sensibile diminuzione anche per l’import caseari (-10% in volume e in valore), in considerazione di una domanda interna ancora fortemente compromessa dalla parziale ripresa del canale Horeca. Tale dinamica ha riguardato tutte le principali categorie di prodotto, in particolare i freschi (-10,6% in volume e -13,1% in valore) – che rappresentano oltre un terzo dei formaggi di importazione – e i semiduri (-8,2% in volume e -5,0% in valore). In controtendenza solo le importazioni di latte confezionato (+6,2% in volume) – prevalentemente UHT – e di yogurt (+1,8% in volume).

Fonte: Report “tendenze. Lattiero-caseario” di Ismea