In primo luogo i 378,5 miliardi di euro erogati dalla PAC 2021-2027 mirano ad assicurare il sostegno a un reddito adeguato per gli agricoltori, la sicurezza alimentare e i mezzi di sostentamento nelle zone rurali. In secondo luogo, intendono difendere l’ambiente dai danni e dai cambiamenti climatici, che possono anch’essi avere ripercussioni dirette sulla produzione agricola (in caso, ad esempio, di condizioni meteorologiche estreme).
“L’impostazione della politica agricola comune è migliorata sotto il profilo ecologico. Tuttavia, rispetto al passato, non abbiamo riscontrato differenze sostanziali nei piani agricoli degli Stati membri”, ha dichiarato Nikolaos Milionis, il membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “La nostra conclusione è che le ambizioni climatico-ambientali dell’UE non trovano sponda a livello nazionale e che mancano, inoltre, elementi chiave per valutare la performance ecologica”.
Le criticità
La nuova PAC ha introdotto maggiori condizioni per ottenere i fondi dell’UE, offrendo nel contempo agli Stati membri maggiore flessibilità nell’applicazione di determinate norme. Ha poi istituito i regimi ecologici, che premiano le pratiche benefiche per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali, e ha riconfermato le misure di sviluppo rurale; in entrambi i casi ha previsto l’obbligo, assolto da tutti gli Stati membri, di assegnare una percentuale minima di fondi alle misure climatico-ambientali.
Tuttavia, rispetto al periodo precedente, la Corte non ha riscontrato un miglioramento sostanziale dei piani PAC sotto il profilo ecologico. Inoltre, in risposta alle proteste degli agricoltori del maggio 2024 la Commissione ha allentato alcuni requisiti di condizionalità (come la rotazione delle colture per migliorare la qualità del suolo, ora divenuta facoltativa) e, pertanto, l’impatto verde dei piani potrebbe essere ancora inferiore.
Il mancato allineamento con il Green Deal
La Corte ha inoltre rilevato che i piani PAC non sono ben allineati al Green Deal, che pure rappresenta una delle principali politiche dell’UE a favore del clima e dell’ambiente.
Le norme non impongono agli Stati membri di includere nei rispettivi piani agricoli una stima dei contributi della PAC ai valori-obiettivo del Green Deal. A giudizio della Corte, l’aumento dei terreni coltivati con metodi biologici è l’unico obiettivo misurabile; peraltro, sarà molto difficile raggiungere il valore fissato dal Green Deal a questo riguardo per il 2030. Stando all’analisi della Corte, il conseguimento degli obiettivi del Green Deal dipende in larga misura da azioni che esulano dalla PAC.
Gli auditor segnalano poi che il quadro di monitoraggio per verificare la performance ecologica della PAC è stato semplificato, ma manca di elementi chiave (ad esempio, la mera comunicazione delle azioni intraprese per ridurre le emissioni non è indicativa di una loro riduzione effettiva). La Corte raccomanda pertanto di rafforzare il quadro, in particolare definendo con chiarezza valori-obiettivo e indicatori di risultato che misurino i progressi compiuti.
Il contesto
La politica agricola comune (PAC) è un ambito di intervento fondamentale dell’Unione europea, a cui è destinato il 31% della dotazione finanziaria dell’UE per il periodo 2021-2027. Basata sui piani definiti da ciascuno Stato membro, si articola in due fondi: il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e il Fondo e