Più libertà per gli Stati membri di decidere sull’uso degli OGM in alimenti e mangimi

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Ieri la Commissione ha presentato il risultato della sua revisione del processo decisionale per l’autorizzazione degli organismi geneticamente modificati (OGM) come alimenti e mangimi. La revisione conferma l’esigenza di cambiamenti che riflettano le opinioni del pubblico e consentano ai governi nazionali di avere più voce in capitolo per quanto concerne l’uso di OGM autorizzati a livello dell’UE destinati all’alimentazione umana (alimenti) o animale (mangimi). A seguito di tale revisione la Commissione propone di modificare la legislazione per conferire agli Stati membri maggiore libertà di limitare o proibire l’uso di OGM autorizzati a livello dell’UE negli alimenti o nei mangimi nel loro territorio.

Maggiore flessibilità nell’uso degli OGM

La proposta adottata ieri dalla Commissione invia un segnale forte ai cittadini confermando che l’Europa tiene conto delle loro preoccupazioni, che possono variare da un paese all’altro. Il nuovo approccio è teso a raggiungere il giusto equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione dell’UE e la libertà di decisione degli Stati membri riguardo all’uso degli OGM nel loro territorio. Data l’importanza cruciale di mantenere un sistema unico di gestione del rischio al fine di garantire lo stesso livello di protezione in tutta l’UE, non verrà modificato l’attuale sistema di autorizzazione, fondato su basi scientifiche e sulle norme in materia di etichettatura che garantiscono la libertà di scelta per il consumatore. La novità consiste nel fatto che, una volta che un OGM è autorizzato per l’uso in Europa come alimento o come mangime, gli Stati membri avranno la possibilità di decidere se consentire o no che un determinato OGM venga usato nella loro catena alimentare (misure di opt-out). Gli Stati membri dovranno giustificare la compatibilità delle loro misure di opt-out con la legislazione dell’UE, compresi i principi che disciplinano il mercato interno, e con gli obblighi internazionali dell’UE, di cui sono parte integrante gli obblighi assunti dall’UE nell’ambito dell’OMC. Le misure di opt-out dovranno fondarsi su motivi legittimi diversi da quelli valutati a livello dell’UE, vale a dire su rischi per la salute umana o animale o per l’ambiente. Questa proposta riflette e integra i diritti già conferiti agli Stati membri in materia di OGM destinati alla coltivazione dalla direttiva (UE) 2015/412, basata su un recente accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio ed entrata in vigore all’inizio di questo mese. L’UE disporrebbe pertanto di un insieme più coerente di norme per l’autorizzazione di OGM destinati alla coltivazione e alla produzione di alimenti e mangimi, il che consentirebbe di tenere conto delle preoccupazioni degli Stati membri in entrambi tali settori. La presente proposta legislativa sarà ora trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio e seguirà la procedura legislativa ordinaria.