Prosegue a ritmo sostenuto il trend positivo dell’import-export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma.
Infatti, in base alle elaborazioni del Centro Studi di Amaplast (Associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma) sui dati di commercio estero pubblicati da ISTAT, relativi al gennaio-settembre 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016, le importazioni sono aumentate del 12% e le esportazioni del 16%. Di diciassette punti l’incremento del saldo attivo della bilancia commerciale, che supera quota +1,7 miliardi.
Grazie soprattutto al buon andamento dell’export – che ha registrato una crescita a due cifre per tutti i nove mesi finora rilevati da ISTAT – le stime di Amaplast sulla produzione indicano che a fine anno potrebbe essere raggiunto il nuovo record storico per il settore di 4,5 miliardi di euro – che supererebbe così quello pre-crisi di 4,25 miliardi, raggiunto nel 2007 – mettendo a segno un incremento di almeno cinque punti sul 2016.
«Il successo dei costruttori italiani di macchine per materie plastiche e gomma (che occupano da decenni, con i colleghi tedeschi, il vertice mondiale) – dichiara il presidente Amaplast Alessandro Grassi – è connesso all’innovazione tecnologica proposta ai clienti, sviluppata ormai pienamente in chiave Industria 4.0, che assicura soluzioni originali e ottimali per la produzione, il recupero e il riciclo di manufatti in plastica e gomma».
Le vendite all’estero – a cui è destinato il 70% circa della produzione nazionale di settore – evidenziano un andamento più che positivo per la gran parte delle tipologie di macchinari, con le sole eccezioni degli impianti per mono/multifilamenti e delle macchine per materiali espansi. Per quanto concerne gli impianti per la trasformazione primaria, registrano risultati superiori alla media le esportazioni di termoformatrici (+51%) e gli estrusori (+19%).
Bene anche le stampatrici flessografiche (+27%) e le attrezzature ausiliarie come mulini, mescolatori ecc. che rientrano in voci doganali diverse ed eterogenee. Ancora sostenuta (+18%) la progressione all’export degli stampi, che peraltro rappresentano una quota pari a quasi un terzo sul totale.
In termini geografici sale a quasi il 61% il “peso” del Vecchio Continente e, in tale ambito, l’Unione arriva al 50% del totale. Il quadrante europeo mostra un andamento decisamente positivo (+20%) riconducibile a:
- vendite in sensibile aumento verso Germania (+25%), Spagna (+11%) e Francia (+15%), ovvero i tre mercati storici per i costruttori italiani;
- forniture verso la Russia ancora in forte ripresa (+109%), che fanno finalmente rientrare il Paese nella “top ten” delle destinazioni.
Più che soddisfacente, invece, il trend delle esportazioni verso l’America (+12%), grazie sia a un nuovo slancio dei mercati NAFTA – in particolare gli Stati Uniti, mentre risulta ancora in contrazione il Messico – sia alla perdurante vivacità di diversi mercati sudamericani, in primo luogo il Brasile, la cui ripresa sembra finora tenere.