Un primo semestre 2020 super per Emmi

1082

ths/Photo by: E.T.STUDHALTER / EMMI

Emmi ha reso pubblico i dati relativi al primo semestre dell’anno finanziario. Molte le soddisfazioni che l’anno bisesto ha riservato al gruppo svizzero. Le vendite infatti sono aumentate del 6,6% a 1,773,5 milioni CHF; la crescita organica si è attestata al 2,0% grazie ai risultati sul mercato al dettaglio domestico, a marchi chiave come Emmi Caffè Latte e a nicchie strategiche.

Il crollo del settore della ristorazione innescato dalla pandemia è impattato in particolare sulle vendite della divisione America. L’EBIT è migliorato del 6,4% attestandosi a 112,0 milioni CHF, mentre l’utile netto è sceso del 6,5% a CHF 81,3 milioni. Nonostante la notevole incertezza, Emmi rimane cautamente ottimista per l’anno in corso.

+4,3% per la divisione Europa

La divisione raggruppa Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Austria, Lácteos Caprinos in Spagna e Belgio.

Nella prima metà del 2020, le vendite della divisione hanno raggiunto 291,9 milioni CHF, rispetto ai 279,9 milioni dello stesso periodo dello scorso anno (+4,3%). Escludendo acquisizioni ed effetti valutari, ciò corrisponde a una crescita organica del 2,1%, in linea con la proiezione del gruoppo relativa all’intero anno 2020 (dall’1% al 3%).

I mercati della divisione Europa hanno vissuto un calo dei prodotti freschi compensato dalla forte crescita di latticini e formaggi. Un sussulto positivo è arrivato dal segmento Fresh products nel Regno Unito, grazie al grande spolvero dello yogurt Onken e di Emmi Caffè Latte. Nel segmento caseario, le maggiori esportazioni di formaggio svizzero in Italia e nei Paesi Bassi hanno sostenuto la crescita organica. In Germania ha ripreso a guadagnare consensi Gläserne Molkerei, spinto dall’aumento della domanda di prodotti biologici.

Una particolarità della divisione Europa è l’influenza sui risultati esercitata dai derivati di latte di capra. Data l’elevata dipendenza dall’industria della ristorazione, le vendite di formaggio spalmabile di capra sono sì diminuite ma l’impatto è stato ampiamente compensato dalle maggiori vendite di latte di capra in polvere dai Paesi Bassi.