L’assemblea dei consorziati ha approvato stamane (291 voti favorevoli, 65 astenuti e 1 contrario) il “piano di regolazione dell’offerta” che sostituirà quello che andrà a scadere alla fine del 2016. Il nuovo piano prende a riferimento 17.550.000 quintali di latte trasformabile nel comprensorio, garantendo però uno spazio di crescita fino al limite massimo di 18.250.000 quintali di latte, corrispondenti all’ammontare complessivo delle quote latte assegnate agli allevatori.
«Un meccanismo – spiega il vicepresidente vicario Filippini – che punta a premiare il lavoro dei produttori storici di Parmigiano Reggiano e a valorizzare le quote acquisite: chi vorrà inserirsi nella filiera, infatti, dovrà ricorrere proprio all’acquisto di queste quote, perché in caso contrario sarebbe immediatamente esposto a sanzioni. L’attuazione del piano prevede compensazioni a livello comprensoriale, e soprattutto le inserisce a favore delle aree di montagna».
I produttori che rispetteranno la quota assegnata non saranno assoggettati ad alcuna contribuzione aggiuntiva, che invece scatterà modularmente in relazione allo “sforamento”, partendo da 5 euro per quintale latte sino al 3% di esubero per arrivare sino a 20 euro nel caso in cui la quota eccedente superi il 9%.
Oltre alle compensazioni favorevoli alla montagna, un occhio di riguardo è riservato ai giovani, che nel casso di primo insediamento per tre anni usufruiranno di sconti proprio sulle contribuzioni aggiuntive legate a eventuali produzioni in eccesso.
Dopo l’approvazione dell’Assemblea, il piano passa ora al vaglio dei singoli produttori, che entro il 31 maggio dovranno singolarmente aderire al piano in misura non inferiore al 66%, quota indispensabile affinché il piano vada in porto e possa essere approvato entro l’anno dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Nella ipotesi – peraltro remota – in cui i produttori non aderissero, cesserebbe ogni possibilità di programmazione (dalla UE è richiesta continuità in questi meccanismi di autoregolamentazione, pena il loro decadimento) e, a quel punto, anche le quote individuali perderebbero ogni efficacia.
L’Assemblea del Parmigiano Reggiano ha anche approvato il bilancio 2015 (21,247 milioni di ricavi e 42.000 euro di utile), che ha registrato un significativo incremento degli investimenti in comunicazione sul mercato interno (+1,2 milioni anche in coincidenza con Expo, per una cifra complessiva di 6,3 milioni) a azioni sull’estero per un importo vicino ai 4 milioni, con le più forti azioni sugli Usa (che hanno chiuso il 2015 con un +35%), Giappone, Francia (primo mercato) e Germania (slittata al terzo posto e superata proprio dagli Stati Uniti).