Nessun rischio da tetraidrocannabinolo (THC) nel latte

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È stato chiesto il parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sui rischi per la salute umana imputabili alla presenza di tetraidrocannabinolo (THC), nel latte e in altri alimenti di origine animale. Il THC, o meglio il delta-9-tetraidrocannabinolo (Δ9-THC), deriva dalla canapa (Cannabis sativa). Nella pianta fresca, fino al 90% del totale Δ9-THC è presente come precursore non psicoattivo (acido Δ9-THC). Data la ridotta disponibilità di dati sul tenore di Δ9-THC negli alimenti di origine animale, il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM) ha stimato l’esposizione umana acuta alimentare al Δ9-THC simulando la presenza di Δ9-THC in mangimi contenenti semi di canapa. L’esposizione acuta al Δ9-THC dovuta al consumo di latte e derivati oscilla tra 0,001 e 0,03 µg/kg di peso corporeo (pc)/die negli adulti, e tra 0,006 e 0,13 µg/kg di peso corporeo al giorno nei bambini. Dai dati sull’uomo, il gruppo CONTAM ha concluso che 2,5 mg Δ9-THC/die, corrispondenti a 0,036 mg di Δ9-THC/kg di peso corporeo al giorno, rappresenta livello più basso in cui l’effetto nocivo è osservabile. Applicando un fattore di incertezza complessiva di 30, è stata calcolata la dose acuta di riferimento (DAR) di 1 µg Δ9-THC/kg di peso corporeo. Le esposizioni stimate sono al massimo del 3% e 13% del DAR negli adulti e nei bambini, rispettivamente. Il gruppo CONTAM ha concluso che l’esposizione al Δ9-THC per consumo di latte e derivati, ottenuti da bestiame alimentato con mangimi contenenti semi di canapa alle concentrazioni riportate, non dovrebbe rappresentare un problema alla salute. Non è attualmente fattibile una valutazione del rischio derivante dall’utilizzo di mangimi costituiti esclusivamente da canapa per la mancanza di dati.

Bibliografia

EFSA Journal 2015;13(6):4141 [125 pp.]. doi:10.2903/j.efsa.2015.4141