Nel terzo trimestre 2014 i risultati del gruppo hanno risentito in maniera significativa di un effetto cambio sfavorevole determinato dalla svalutazione, rispetto all’euro, delle valute dei principali Paesi in cui Parmalat opera. Nel corso del terzo trimestre si è avviata una riduzione del costo della materia prima latte, permettendo un recupero della redditività in particolare in Australia; tale situazione si prevede possa consolidarsi nei prossimi mesi. Il gruppo, durante il terzo trimestre, ha concluso due accordi finalizzati a rafforzare la presenza nel mercato brasiliano: il primo, in fase di esecuzione, consente l’acquisto di alcuni asset della società Lácteos Brasil S.A. – Em Recuperação Judicial (LBR) e il ritorno all’utilizzo in via diretta del marchio “Parmalat” già in licenza a LBR; il secondo, in fase di definizione, prevede l’acquisto di 11 stabilimenti e dei relativi asset e marchi della divisione dairy di BRF S.A. (BRF). In dettaglio, il fatturato netto è pari a 3.969,8 milioni di euro, in aumento di 97,3 milioni (+2,5%) rispetto ai 3.872,5 milioni dei primi nove mesi del 2013. La variazione a tassi di cambio costanti e a perimetro omogeneo – ottenuto escludendo il contributo della società Balkis acquisita a luglio 2013 e di Harvey Food and Beverage Ltd (Harvey Fresh) acquisita nel secondo trimestre 2014 – ed escludendo gli effetti dell’iperinflazione in Venezuela, risulta in aumento di 368,4 milioni (+9,6%) con un contributo particolarmente significativo delle aree America Latina, Africa e nord America. Tale incremento è principalmente dovuto all’aumento dei listini prezzo e alle maggiori vendite dei prodotti a più alta redditività. Il margine operativo lordo si attesta a 299,1 milioni di euro, in crescita di 7,1 milioni (+2,4%) rispetto ai 292 milioni dei primi nove mesi del 2013. A cambi e perimetro costanti ed escludendo gli effetti dell’iperinflazione in Venezuela, la variazione risulta in aumento di 39,4 milioni (+13%) grazie al buon andamento ottenuto nelle aree America Latina, Africa ed Europa e nonostante la contrazione registrata in Australia e, in misura minore, in Nord America, principalmente a seguito dell’incremento del costo della materia prima latte. Si evidenzia che l’andamento del terzo trimestre rispetto all’anno precedente, a cambi e perimetro costanti, mostra un aumento del fatturato netto e del margine operativo lordo rispettivamente pari al 10,7% e al 28,7%, grazie alla conferma dei buoni risultati ottenuti nell’area America Latina e al miglioramento della redditività soprattutto in Europa e in Africa. In Italia – il cui peso sull’area Europa è pari a circa l’85% del fatturato netto – i mercati in cui Parmalat opera sono stati caratterizzati da una generalizzata contrazione dei consumi. La consociata si conferma leader nel latte UHT, nel latte pastorizzato e nella panna UHT e mantiene le proprie posizioni competitive nelle bevande a base frutta e nello yogurt. In tale contesto, l’azienda ha incrementato gli investimenti pubblicitari a sostegno dei principali brand. L’utile operativo netto del gruppo è pari a 213,3 milioni di euro, in aumento di 22,5 milioni rispetto ai 190,8 milioni dei primi nove mesi del 2013. A cambi e perimetro costanti, il rialzo risulta pari a 44,6 milioni. Tale incremento è principalmente dovuto al miglioramento della gestione industriale e al maggior contributo della gestione non ricorrente. Gli ammortamenti e le svalutazioni di immobilizzazioni ammontano a 94,7 milioni (100,4 milioni nei primi nove mesi del 2013). L’utile del gruppo è pari a 143,1 milioni di euro, in diminuzione di 16,5 milioni rispetto ai 159,6 milioni dei primi nove mesi del 2013. A cambi e perimetro costanti, l’utile del gruppo risulta in calo di 4,5 milioni. Tale riduzione è principalmente riconducibile a maggiori imposte di periodo e a minori proventi finanziari netti. Tale decremento è stato in parte compensato dal miglioramento dell’utile operativo netto. Le disponibilità finanziarie nette sono pari a 956,1 milioni di euro, in diminuzione di 109,5 milioni, rispetto ai 1.065,6 milioni del 31 dicembre 2013. Le cause principali di tale variazione sono: l’assorbimento di cassa da attività straordinarie per 88,7 milioni, principalmente a seguito dell’acquisizione di Harvey Food and Beverage Ltd, il pagamento di dividendi di 53,5 milioni e l’effetto cambio negativo di 14,1 milioni. Tale diminuzione è stata in parte compensata dalla generazione di cassa da attività operative di 19,9 milioni, dalla generazione di cassa della gestione finanziaria di 14,8 milioni e dalle entrate nette da litigation per 12 milioni.
Quanto a PARMALAT S.p.A., l’utile del periodo è pari a 55,1 milioni di euro, in diminuzione di 5 milioni di euro rispetto ai 60,1 milioni dei primi nove mesi del 2013. La variazione è principalmente determinata dai minori dividendi da partecipate e da maggiori imposte di periodo. Le disponibilità finanziarie nette sono pari a 838 milioni di euro, in diminuzione di 17,6 milioni di euro rispetto agli 855,6 milioni al 31 dicembre 2013. Le cause principali di tale variazione sono: il pagamento di dividendi (52,8 milioni di euro) e l’erogazione di un finanziamento a medio/lungo termine ad una controllata australiana in relazione all’acquisizione di Harvey Food and Beverage Ltd (50 milioni di euro). Tale diminuzione è stata in parte compensata dai rimborsi IVA (50 milioni di euro, interessi inclusi), dall’incasso di dividendi da partecipate (23,2 milioni di euro), dall’incasso da litigation (16,3 milioni di euro) e dai corrispettivi per warrant esercitati (5,4 milioni di euro).
Per il 2014, a tassi di cambio e perimetro costanti ed escluso l’effetto dell’iperinflazione, Parmalat stima un fatturato netto e un EBITDA in crescita in misura superiore al 5%, rispetto alla precedente stima del 3%.