Latte fieno: un’opportunità da cogliere

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L’evento finale del progetto EIT Food Sudaps (Support for Dairy Production Sector in RIS Region), Nuove prospettive per una filiera latte più sostenibile, realizzato in collaborazione con Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, Università di Bari e Institute of Animal Reproduction and Food Research of the Polish Academy of Sciences, ha visto la partecipazione anche di Lucio Cavazzoni che ha parlato delle numerose opportunità del latte fieno. Presidente di Goodland, impresa dedicata alle aree agricole più difficili che ha lo scopo di contribuire a generare strumenti di impatto sociale mirati alla produzione di cibo sano per l’uomo e per l’ambiente, Cavazzoni ha intitolato il suo intervento “Latte fieno. Specialità tradizionale garantita (STG), certificazione dell’Unione europea. Straordinaria opportunità per i piccoli e medi allevamenti”.

L’idea ispiratrice del latte fieno è quella di un avere un allevamento compatibile. Un progetto impostato sui principi dell’agro-ecologia che risponda anche alle aspettative dei consumatori. Perché la sostenibilità completa è il valore su cui si deve basare chi decide di impostare un allevamento di latte fieno. È indispensabile “produrre in maniera diversa rispetto al sistema industrializzato”, ha esordito Cavazzoni, “sia per motivi etici sia per arginare la crisi del comparto latte fresco. Figlia anche dei molti medici che oggi sconsigliano il consumo di questo alimento negli adulti, questa deflessione può trarre beneficio dall’introduzione del latte fieno. Oltre a essere un alimento sano, il latte fieno permette di realizzare allevamenti compatibili con la biologia animale e la loro qualità di vita. Inoltre migliora il rapporto tra allevatori, trasformatori e utilizzatori, trasformandolo in un’amicizia che protegge ambiente e società”.

Una specialità slegata dai territori

Il latte fieno STG è una specialità garantita non legata ai territori bensì al metodo. Molte sono le caratteristiche che un prodotto deve avere per essere STG, ma le principali secondo Cavazzoni sono: “alimentare gli animali con foraggio fresco e secco in misura non inferiore al 75%, limitare i concentrati proteici, non usare insilati o prodotti fermentati né ogm e scarti alimentari, ridurre l’uso di pellettati, aumentare gli allevamenti biologici. La certificazione europea STG è arrivata dopo una battaglia vinta dai piccoli allevatori di montagna tirolesi. Combattere per ottenere questa certificazione deriva dalla consapevolezza delle differenze qualitative, nutrizionali e organolettiche del latte fieno. E oggi, oltre alla zona del Tirolo vedo vocata quella delle Murge. Tutto l’altopiano murgese è particolarmente indicato per la produzione di questo prodotto grazie alla presenza di piccoli allevamenti che si prestano bene alla conversione. Penso che il latte fieno rappresenti per gli allevatori murgesi un utile strumento di valorizzazione e distintività”.