Outlook UE nel breve termine poco favorevole

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Rimangono molte incertezze sulla portata dell’impatto della crisi del coronavirus e sulla ripresa economica. Tuttavia, durante la crisi la catena di approvvigionamento alimentare ha dimostrato di essere resistente. Con la revoca delle misure di confinamento in tutta Europa, la domanda in particolare di ristoranti, bar e caffè dovrebbe aumentare, anche se non tornerà ai livelli del 2019 nel breve periodo a causa della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. E di certo l’aumento dei prezzi non gioca a favore.

Come già indicato dall’edizione dell’outlook a breve termine di primavera, l’epidemia di Covid-19 e le relative misure adottate dagli Stati membri hanno creato uno shock nella domanda piuttosto che nell’offerta. Ciò si riflette nelle buone prospettive di produzione per vari settori come latte, zucchero, carne suina, olio d’oliva, vino e pomodoro. Le prospettive di esportazione rimangono complessivamente buone.

L’ultima previsione nel breve termine per i mercati agricoli dell’UE, pubblicata il 6 luglio 2020 dalla Commissione europea, presenta una panoramica più dettagliata delle ultime tendenze e delle ulteriori prospettive per ciascun settore agroalimentare.

L’aumento della GDO non compensa il calo dell’horeca

Nel 2020, la raccolta di latte nell’UE si dovrebbe attestare a circa 144 milioni di tonnellate, in rialzo dello 0,7% rispetto ai livelli del 2019 e sopra quanto prospettato nell’outlook di inizio anno. Questo grazie alle buone prospettive per la produzione di foraggi dei pascoli durante la primavera e l’estate e l’ampia disponibilità di mangimi. A far da traino dovrebbe essere la Germania, tallonata da Italia, Spagna e Paesi Bassi.

La crescente domanda di formaggi da parte dei retailer UE e dell’industria (per i piatti pronti) non dovrebbe compensare le perdite derivanti dal food service. Ciò tuttavia potrebbe determinare un consumo di formaggio leggermente inferiore nel 2020 (-0,4%). Nonostante le esportazioni che potrebbero crescere del 2% soprattutto grazie a Giappone e Gran Bretagna, il calo dei consumi interni potrebbe portare a una crescita della produzione inferiore al previsto e degli stock (+30.000 t alla fine del 2020). La contrazione delle vendite nell’horeca potrebbe deprimere il consumo di prodotti lattieri freschi e accentuare il trend discendente del latte alimentare (-0,6%) nonostante gli incrementi delle vendite retail.

A fine anno export lattiero in rialzo

A causa dei prezzi competitivi dell’UE nel 2020, la Commissione si attende un significativo aumento delle esportazioni di burro, flussi sostenuti per quanto concerne il latte intero in polvere (WMP). L’export di latte scremato in polvere (SMP) dovrebbe eguagliare i livelli del 2018, nonostante le disponibilità iniziali inferiori rispetto agli anni precedenti.