Presentato l’osservatorio economico mozzarella di bufala campana DOP

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La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio DOP che tra il 2016 e il 2021 ha fatto registrare la crescita di produzione più elevata (+22%), a fronte di una crescita media del 10% della produzione casearia DOP. Nove italiani su dieci hanno consumato mozzarella di bufala nell’ultimo anno, il 25% almeno una volta a settimana e il 20% è pronto a farlo addirittura anche a colazione.

Vola anche l’export nel 2022 della mozzarella di Bufala Campana DOP, con un aumento a volume del 9% sul 2021. A volume nel 2022 la produzione della bufala DOP ammonta a 55.814ton (+3,8% sul 2021), mentre a valore ha raggiunto i 530 milioni di euro. Ma lo sviluppo del comparto è messo a rischio da tre fattori emersi nel 2022: aumento dell’inflazione (+17% per formaggi e latticini), incremento dei costi di produzione e perdita del potere di acquisto del consumatore, che hanno già portato a un impoverimento della filiera. Anche per il 2023 in cima alle preoccupazioni del comparto c’è proprio il calo della redditività.

È la fotografia dello stato di salute scattata dal primo Osservatorio Economico sulla filiera della Mozzarella di Bufala Campana DOP, realizzato in partnership con UniCredit e Nomisma.

Alcuni dati

L’Osservatorio ha analizzato struttura, performance e mercati del comparto. A volume nel 2022 la produzione della bufala DOP ammonta a 55.814ton (+3,8% sul 2021). Aumenta anche la quantità di latte idoneo alla DOP, passando da 295.434 tonnellate del 2021 a 305.829 del 2022. Inoltre negli ultimi dieci anni, dal 2012 al 2022, si è ampliato pure il patrimonio di bufale da latte allevate nell’area DOP, passando da 321.433 a 374.297 capi.

È il Nordovest dell’Italia il territorio dove si acquista più mozzarella DOP (il 34,9%), mentre all’estero la Francia si conferma il primo Paese tra i mozzarella-lovers, assorbendo da sola il 33% dell’export. Tra i mercati più promettenti per i prossimi anni spicca, a detta dei produttori, il continente asiatico con Emirati Arabi, Giappone, Cina e Corea del Sud nella top ten degli scenari futuri.

Il consumatore tipo

Nomisma ha tracciato anche l’identikit del consumatore della Bufala Campana DOP: è maschio, appartiene alle Generazioni X (41-55 anni) e Millennials (26-40 anni), è un imprenditore con figli con titolo di studio e reddito alti, abita in centro Italia e conosce il valore aggiunto del marchio DOP.

“Come emerso dalla survey sul consumatore, in uno scenario economico incerto, le famiglie italiane sono pronte a rendere più leggero il carrello della spesa, ma la mozzarella di bufala campana DOP figura in fondo alla lista dei cibi eventualmente da tagliare e lo farebbe solamente il 10% dei consumatori”, ha sottolineato Denis Pantini, responsabile Agroalimentare di Nomisma, che ha illustrato i dati.

Congiuntura difficile

“I numeri della mozzarella DOP, seppure incoraggianti, vanno letti in una congiuntura davvero complessa, che ci preoccupa anche in questo 2023 – ha sottolineato il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo. – Siamo convinti che le eccellenze agroalimentari del Paese vadano interpretate e analizzate come motore economico. Per diffondere una sempre maggiore consapevolezza di questo ruolo chiave, abbiamo dato vita all’Osservatorio, che è improntato alla valorizzazione del Made in Italy di qualità. La circostanza che questo progetto parta dal Sud è per tutti noi senza dubbio un valore aggiunto. Ringrazio UniCredit e Nomisma per una partnership che è anche una rete tra eccellenze”.

Collaborare per emergere

“Le imprese del comparto mostrano una buona tenuta nonostante il periodo complesso come quello attuale, ma per rafforzarne la competitività è importante pensare a nuovi modelli imprenditoriali costruiti su strategie di medio e lungo periodo come il sostegno alla filiera, la diversificazione dei canali di vendita e delle fonti finanziamento” ha aggiunto Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit Italia.

“Le aziende della filiera hanno all’orizzonte importanti opportunità legate sia al PNRR, che è una occasione da cogliere per favorire una vera transizione sostenibile del sistema produttivo, sia al nuovo Piano Strategico della PAC 2023-2027.

Anche per questo come UniCredit abbiamo aderito con convinzione all’invito del consorzio di tutela a collaborare per la creazione di un Osservatorio nazionale che possa far emergere il  potenziale di crescita di questa filiera che rappresenta la prima DOP del Mezzogiorno, una vera e propria eccellenza sempre più apprezzata anche all’estero, e che come banca sosteniamo anche con prodotti e servizi strutturati sugli specifici bisogni del settore”.