Svizzera: terzo aumento 2020 dei contingenti per l’importazione di burro

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A causa della crisi innescata dal coronavirus, in primavera la domanda di burro nel commercio al dettaglio è aumentata considerevolmente. In seguito alle misure disposte dal Consiglio federale a fine ottobre 2020 contro l’ulteriore rialzo dei contagi da coronavirus e con l’imminente periodo natalizio, si prevede un ulteriore incremento del consumo di burro.

In seno a un gruppo di lavoro composto in modo paritetico con la partecipazione dei produttori di latte, l’Interprofessione Latte (IP Latte) ha convenuto di presentare un’ulteriore domanda di aumento del contingente doganale parziale di burro pari a 2000 tonnellate. Siccome negli ultimi anni si registra un costante incremento della produzione di formaggio e la produzione di latte è rimasta costante, la produzione di burro è diminuita di conseguenza. Nello specifico, tra gennaio e agosto 2020, la produzione industriale di burro è scesa del 7,6 per cento circa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 27.255 tonnellate. Attualmente le scorte di burro sono a un livello molto basso, pari a circa 400 tonnellate.

A fronte dell’aumento della domanda, il contingente doganale parziale di burro era già stato incrementato a giugno e a settembre di quest’anno. Ma non è bastato. Di qui la decisione del terzo incremento per l’anno in corso

L’aumento dei contingenti doganali parziali di burro entra in vigore il 23 novembre 2020 ed è limitato fino a fine anno. La vendita delle quote del contingente di burro avverrà tramite asta.

L’UFAG studia come migliorare il monitoraggio delle scorte

Con effetto dal 2021, il Consiglio federale ha delegato all’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) la competenza di aumentare temporaneamente il contingente doganale parziale di burro dopo aver sentito le parti interessate. In questo modo si garantisce un approvvigionamento sicuro del mercato del burro svizzero con maggiore flessibilità.

L’UFAG ritiene che questo nuovo incremento di 2000 tonnellate, associato alle 2800 tonnellate già liberate, dovrebbe essere sufficiente fino a fine 2020. Non sarebbe un problema comunque se le scorte non venissero esaurite a fine anno e restasse ancora qualche tonnellata a inizio 2021. Mediante rilevamento di cifre di mercato attendibili (p.es. sulle scorte) in futuro sarà possibile stimare tempestivamente e correttamente il fabbisogno d’importazione.

I proventi delle precedenti vendite all’asta

Le due vendite all’asta effettuate finora hanno fruttato alla Confederazione 13.766 milioni di franchi. Tali proventi sono stati versati nelle casse federali… con qualche malumore della categoria che vorrebbe che a beneficiare di questi fondi fossero in qualche modo i produttori di latte.