I panini? Meglio coi prodotti DOP/IGP

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Secondo un’indagine Qualivita, nel 2018 ben l’86% degli esercizi usa prodotti DOP/IGP nelle proprie ricette (ma solo nel 30% dei casi più di 10 prodotti). I formaggi sono i più presenti (91% dei casi), seguiti da aceti balsamici (70%), prodotti a base di carne e salumi (65%), carni fresche (20%), ortofrutticoli (18%) e oli di oliva (15%). Eppure, solo il 39% dei ristoratori intervistati comunica e valorizza l’utilizzo di prodotti DOP/IGP presso i consumatori (menù, presentazione, certificati ecc.).

Insieme ai prodotti a Indicazione Geografica è la ristorazione stessa a crescere. Gli italiani sono sempre più abituati a mangiare fuori casa e lo fanno in forme continuamente nuove: secondo il Rapporto Fipe 2017 crescono i consumi delle famiglie nella ristorazione (+3,5% dal 2006), che raggiungono gli 81 miliardi sui 227 della spesa alimentare totale, a fronte di un continuo calo di quella domestica (-10,5%).

Sui 330mila esercizi complessivi del settore solo 120mila sono i tradizionali, mentre con una crescita dell’8% negli ultimi 5 anni, raggiungono quota 210mila le attività della ristorazione veloce, dagli snack-bar agli ambulanti, dagli street food ai take-away e food delivery. Gli elementi caratterizzanti della rapida espansione di questo fenomeno, oltre al fattore economico, sono legati a capacità e creatività degli chef, in particolare quelli giovani, alla qualità delle materie prime e non ultimo all’elevata capacità di comunicare di realtà dinamiche e aperte a un mondo interconnesso.

In questo contesto, sono stati molti i progetti realizzati dai Consorzi di Tutela DOP IGP italiani, Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) e Fondazione Qualivita per promuovere la qualità dei prodotti agroalimentari italiani a qualità certificata (+64% di valore al consumo negli ultimi 10 anni) nel canale della ristorazione. Tra di essi, l’iniziativa promossa da Fondazione Qualivita e  McDonald’s Italia, in collaborazione con numerosi Consorzi di tutela tra cui quelli dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, del Provolone Valpadana DOP, della Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, del Vitellone Bianco dell’Appennino centrale IGP e del Parmigiano Reggiano DOP. Una sinergia, quella tra ristorazione informale e prodotti DOP/IGP, segnata da numeri di successo. «Negli ultimi 10 anni abbiamo acquistato 2.000 tonnellate di materie prime a marchio DOP/IGP con le quali abbiamo raggiunto, attraverso i nostri ristoranti, oltre 58 milioni di persone. Per promuovere questi prodotti abbiamo investito 26 milioni di euro in pubblicità. Questo significa, da una parte, che il mondo delle IG è assolutamente capace di dialogare, non solo con le nicchie, ma anche con aziende dai grandi volumi come McDonald’s, e dall’altra che possiamo ritenerci un forte canale per la valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio» ha dichiarato Mario Federico, amministratore delegato di McDonald’s Italia.