Il decreto salva Mozzarella di Bufala Campana DOP

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Trasformare solo latte dell’area DOP

Angelo Coletta

Dr. Angelo Coletta, come direttore di ANASB, come vede la crisidello “stabilimento esclusivamente dedicato” alla produzionedella Mozzarella di Bufala Campana DOP?

La legge in questione non è un qualcosa calato dall’alto da chi sa chi, basterebbe leggersi gli atti parlamentari a monte per comprendere che c’è stato un lavoro importante della XIII Commissione Agricoltura della Camera. Su questo specifico punto già a fine 2007 (ben 5 anni fa) ci eravamo espressi in modo favorevole e successivamente proprio nelle audizioni che ci sono state presso la XIII Commissione Agricoltura avevamo giustificato quale era l’obiettivo della proposta. Ovviamente la XIII Commissione che a presiederla era l’on. Paolo Russo ha sentito tutti gli operatori della filiera e dopo diverse riunioni è stata adottata, anche, questa proposta che poi si è tradotta in legge. Ricordo inoltre che tale obbligo doveva entrare in vigore dopo un congruo periodo di transizione il 1° gennaio 2013, data posticipata con apposito decreto di proroga al 1° luglio 2013. Ovviamente, però, bisogna tenere ben in considerazione qual era lo spirito di partenza che ha voluto questo dispositivo legislativo molto chiaro negli atti parlamentari e forse meglio da specificare nell’atto finale. Lo spirito era – e penso che sia ancora – quello da perseguire, fare in modo che vengano impedite frodi alimentari nella realizzazione di mozzarella di bufala Campana DOP, il che significa fare in modo che essa venga realizzata solo ed esclusivamente con il latte dell’areale della DOP. È chiaro ed evidente e può sembrare anche banale ricordarlo che chi non vuole che si affermi questo sacrosanto principio imposto anche dal disciplinare di produzione non crede nella Mozzarella di bufala Campana DOP.

Come uscirne? E quali sono gli ostacoli maggiori da superare?

Pur non essendo un giurista, ma sentendone diversi, mi hanno spiegato che ogni norma va interpretata letteralmente e nell’interpretazione letterale ci può essere un’interpretazione restrittiva o un’interpretazione larga; in ogni caso una nota esplicativa potrebbe essere utile per chiarire meglio cosa si può o non può fare negli stabilimenti. Ovviamente bisogna tener presente che fatto 100 la produzione di latte di bufala in Italia, circa il 93% di latte (stime personali) è prodotto nell’areale della DOP, e ciò significa che il 93% della materia prima (latte) può essere utilizzato per produrre la Mozzarella di Bufala Campana DOP, basterebbe quindi vincolare il trasformatore che produce anche Mozzarella di Bufala Campana DOP a ritirare solo ed esclusivamente latte dall’areale della DOP. Sembra l’uovo di Colombo, ma le cose semplici sono quelle che funzionano meglio e in modo sicuro. Facciamo un esempio: se il “Caseificio Tizio” ritira giornalmente 100q di latte di bufala dall’areale della DOP potrebbe produrre circa 25q di Mozzarella di Bufala Campana DOP; per proprie strategie commerciali, da questi 100q di latte potrebbe avere l’esigenza di produrre 15q di Mozzarella di Bufala Campana DOP, 10q di Mozzarella di latte di bufala (prodotto non DOP) e 5q di Caciocavallo di Bufala. È chiaro che in questo secondo caso di ipotesi produttiva il “Caseificio Tizio” sicuramente non potrà realizzare meccanismi fraudolenti verso il prodotto DOP. Anzi succede che nel mercato della potenziale Mozzarella di Bufala Campana DOP dove poteva collocare 25q di prodotto, ne colloca solo 15q e di fatto contribuisce a diminuirne l’offerta e a favorire un prezzo più elevato.

 

Vincenzo Bozzetti