Dal momento che la plastica rappresenta più dell’80% dei rifiuti presenti nelle acque, la Commissione europea ha deciso di agire normando i 10 prodotti monouso di plastica che si trovano più spesso sulle spiagge e nei mari e alcune attrezzature da pesca.
Tali misure rientrano nel quadro della già annunciata strategia sulle materie plastiche e del piano d’azione per l’economia circolare. In questo contesto si inseriscono le misure adottate nel 2014 per limitare il consumo di sacchetti di plastica monouso e la nuova legislazione UE sui rifiuti, che fissa obiettivi per il riciclo delle materie plastiche.
La Commissione ritiene che trovare un’alternativa più sostenibile ai più comuni oggetti di plastica monouso sia un’opportunità economica in grado di creare 30.000 posti di lavoro a livello locale e di capitalizzare gli stanziamenti comunitari in ricerca e sviluppo, in parte già erogati.
La proposta della Commissione vorrebbe fornire una base chiara, certa e le economie di scala necessarie per promuovere investimenti e innovazione nel mercato unico, eliminando al contempo l’incertezza determinata dal bando imposto da Stati membri sugli oggetti di plastica monouso.
Lo scopo ultimo è almeno di dimezzare i rifiuti dei dieci articoli in plastica monouso, limitando l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030.
In funzione della tipologia di articolo, la Commissione propone le seguenti misure:
- Bando di alcuni prodotti: laddove siano disponibili alternative, gli oggetti di plastica monouso saranno banditi dal mercato. È il caso di cotton fioc, posate, piatti, cannucce, palette per mescolare bevande… I contenitori per bevande monouso di plastica saranno ammessi sul mercato solo se i tappi/coperchi resteranno ancorati al bicchiere;
- Riduzione dei consumi: gli Stati membri dovranno limitare l’uso di contenitori di plastica per alimenti e bicchieri per bevande, stabilendo programmi nazionali di riduzione nazionali, mettendo a disposizione oggetti di materiali alternativi o prevedendo il pagamento di una tassa;
- Introduzione di obblighi per i produttori: questi ultimi dovranno compartecipare alla copertura dei costi di gestione e della rimozione dei rifiuti, nonché al finanziamento di campagne di sensibilizzazione inerenti contenitori alimentari, sacchetti, bicchieri per bevande, prodotti del tabacco con filtri (come mozziconi di sigarette), salviettine umidificate, palloncini e oggetti di plastica leggeri;
- Fissare obiettivi di raccolta: gli Stati membri saranno obbligati a raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica per bevande monouso entro il 2025, per esempio tramite cauzione;
- Requisiti di etichettatura: in etichetta andranno riportate in maniera chiara e standardizzata le modalità di smaltimento, l’impatto ambientale negativo dell’oggetto e la presenza di materie plastiche nel prodotto. Ciò si applica agli assorbenti igienici, salviettine umidificate e palloncini;
- Misure di sensibilizzazione: gli Stati membri saranno obbligati a sensibilizzare i consumatori sull’impatto negativo dei rifiuti di plastica e delle attrezzature da pesca monouso, nonché sui sistemi di riutilizzo disponibili e le opzioni di gestione dei rifiuti per tutti questi prodotti.