Sarà sempre il formaggio a guidare l’export UE nel 2023-2035

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La Commissione UE ha appena diffuso le proiezioni UE agricole di medio termine (2023-2035).

Nonostante le sfide significative, il settore lattiero-caseario dell’UE ha performato bene negli ultimi anni. La produttività del comparto lattiero UE dovrebbe continuare a crescere nel prossimo futuro, anche se a un ritmo più lento rispetto al passato, elevando il proprio valore aggiunto grazie agli alti standard di qualità e sostenibilità.

Le politiche ambientali nazionali e comunitarie già in atto porteranno a un calo delle dimensioni delle mandrie da latte. Ciò determinerà una leggera contrazione della produzione di latte nell’UE entro il 2035. Nonostante ciò, si prevede che la produzione di alcuni derivati continuerà a crescere (formaggio, siero, latte scremato in polvere…) anche più lentamente rispetto al passato. La produzione di burro dovrebbe rimanere stabile. Questo grazie alla domanda sia interna sia globale. Al contrario, si registrerà un ulteriore abbassamento nella produzione di latte alimentare e di latte intero in polvere. Si prevede che il consumo pro capite di prodotti lattiero-caseari nell’UE rimarrà stabile, ma i cambiamenti dello stile di vita e le esigenze sanitarie potrebbero aumentare la domanda di derivati fortificati e funzionali (destinati per esempio ad anziani, sportivi, donne incinte). Il portafoglio di prodotti delle esportazioni lattiero-casearie dell’UE dovrà inoltre adattarsi ai cambiamenti della domanda dei partner commerciali, privilegiando i prodotti a maggior valore aggiunto. Ci si attende che entro il 2035 i prezzi UE del latte crudo saranno ben al di sopra dei livelli pre 2022.

La differenziazione dell’import globale dovrebbe sostenere il commercio UE

Il previsto rallentamento della crescita globale delle importazioni di prodotti lattiero-caseari avrà un impatto soprattutto sulle polveri lattiere. Poiché usate principalmente come materia prima per l’industria, l’aumento della produzione di latte nelle principali regioni importatrici rallenterà la forte crescita delle importazioni raggiunta in passato, sia per il latte scremato in polvere che per quello intero. Al contrario, le esportazioni di formaggio e siero potrebbero aumentare a un ritmo simile a quello dell’ultimo decennio, mentre quelle di burro potrebbero lievitare ancora più rapidamente. Questi sviluppi del mercato influenzeranno probabilmente in modi diversi i principali Paesi esportatori. Per esempio, la Nuova Zelanda sarà probabilmente la più colpita dal calo della domanda in Cina, il che potrebbe portare ad alcuni cambiamenti nel loro portafoglio di export. Inoltre, il portafoglio di prodotti esportato dall’UE dovrà anche adattarsi ai cambiamenti della domanda globale, guidati da tendenze demografiche (come l’invecchiamento della popolazione) e dalla crescita del reddito, che dovrebbero entrambi favorire derivati lattieri a più alto valore aggiunto.

Figura 1. Quote commerciali dei principali esportatori lattiero-caseari per taluni derivati

Formaggio e siero gli sbocchi più rilevanti

Tra i principali driver del settore UE lattiero-caseario figurano i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, la concorrenza con altri fornitori globali e l’aumento dei costi di lavorazione, che riducono i margini dei derivati tradizionali e costringono i trasformatori a produrre più materie prime, a maggior valore aggiunto. Si stima che la produzione di formaggio e siero aumenterà di circa 2,3 milioni di tonnellate di latte equivalente e potrebbe assorbire il 36% del latte UE entro il 2035. Le proiezioni per il latte scremato in polvere (SMP) mostrano un rialzo, contenuto, del +2,3% entro il 2035 rispetto al 2021-2023), quelle per il burro una condizione stabile, e un calo per altri derivati lattieri. Per esempio, si prevede un calo produttivo della polvere intera (WMP), principalmente a causa della diminuzione della competitività dell’UE. Dovrebbe proseguire la caduta a lungo termine del consumo di latte alimentare. E i prodotti a base di siero dovrebbero risentire della riduzione della domanda globale, dovuta all’aumento della produzione interna in Cina.

Puntare sui prodotti arricchiti e funzionali

Il mercato interno rimane lo sbocco più importante (che rappresenterà l’88% della produzione di latte dell’UE nel 2035). E il consumo UE pro capite di derivati lattieri rimarrà probabilmente stabile (-0,1% all’anno nel periodo di proiezione), rispetto quello del 2021-2023. Il cambiamento delle preferenze dei consumatori continuerà a influenzare il consumo di latticini. Secondo le stime della Commissione UE, i giovani opteranno per prodotti con meno grassi e zuccheri o per alimenti che affrontano le intolleranze alimentari (per esempio quella al lattosio). Le scelte dello stile di vita e le esigenze di salute di una popolazione che invecchia dovrebbe aumentare ulteriormente la domanda di alimenti fortificati (con vitamine e minerali) e funzionali (che rispondono a esigenze nutrizionali specifiche) e di alternative a base vegetale.

Figura 2. Consumo UE pro capite di alcuni derivati lattieri (in kg di latte equivalente)

Formaggio, specialità made in EU

L’export del formaggio dovrebbe continuare a guadagnare (+0,8% all’anno nel periodo di proiezione) anche grazie al consumo interno (+0,3% annuale), rispetto ai livelli già elevati del 2021-2023, nonostante la recente inflazione abbia raffreddato la ripresa post COVID-19.

Nel merito della categoria dei derivati lattieri freschi (FDP), il consumo di latte alimentare dovrebbe contrarsi ulteriormente nei prossimi anni mentre quello di yogurt e panna rimanere stabile, o addirittura aumentare leggermente, grazie a referenze fortificate (per esempio yogurt con proteine aggiunte) o pronte (yogurt da bere). Tuttavia, il consumo UE di FDP dovrebbe perdere terreno (-0,7% annuo da qui al 2035), così come la loro esportazione (rispetto agli elevati livelli del 2021-2023), in parte a causa del calo della domanda cinese. Si stima poi una stabilità per il consumo e le esportazioni di burro UE, grazie alla forte domanda dell’industria. Tuttavia, il burro potrebbe affrontare una maggiore concorrenza da parte di altri grassi (vegetali) nell’uso in cucina e anche nell’horeca (per esempio l’olio d’oliva).

Figura 3. Export UE (milioni di t di latte equivalente)

Quale equilibrio per i prezzi

Trend ascendente per i prezzi lattieri dopo la rapida contrazione del primo semestre 2023 rispetto ai picchi del 2021/2022. Le quotazioni del latte UE alla stalla dovrebbe mantenersi ben al di sopra i livelli pre 2022 da qui al 2035. Questo in ragione dell’inflazione. La Commissione si attende infine un apprezzamento delle quotazioni del formaggio UE soprattutto e, in misura maggiore, per burro e SMP.