Valutazione sul campo di un test di gravidanza di vacche da latte usando campioni di latte.
Obiettivo dello studio è stata la validazione della performance sul campo di un nuovo test ELISA commerciale per la conferma di gravidanza basato sulla misurazione di glicoproteine associate alla gravidanza in campioni di latte vaccino. La popolazione target era rappresentata da vacche da latte che avevano avuto una diagnosi di gravidanza dal veterinario ed erano ad almeno 60 giorni di gestazione (≥60 giorni). I campioni di latte sono stati prelevati da vacche Holstein appartenenti a 8 allevamenti durante i test di routine nell’ambito dei programmi DHI (Dairy Herd Improvement, programmi per il miglioramento della riproduzione degli allevamenti bovini negli USA) e sono stati inviati di notte al laboratorio DHI dove è stato effettuato il test di gravidanza sul latte. Nello stesso giorno della raccolta dei campioni di latte, il veterinario aveva condotto una palpazione transrettale per confermare lo stato di gravidanza. Erano disponibili i dati relativi a 683 vacche di cui 661 gravide e 22 no, sulla base della diagnosi del veterinario che è stata presa come test di riferimento. In base alle indicazioni di interpretazione fornite dal produttore, il 3.8% dei risultati del test sono stati classificati come “re-check” e non sono stati utilizzati nell’analisi. Per quanto riguarda le performance del test sul latte per la conferma di gravidanza, la sensibilità è risultata 99,2% e la specificità 95,5%. Data la prevalenza di 97% vacche gravide nel campione, il valore predittivo positivo del test sul latte era 99,8% e il valore predittivo negativo era 80,8%. Se ≥60 giorni di gestazione il test su latte per la conferma della gravidanza dà un risultato negativo in vacche diagnosticate come gravide, i ricercatori raccomandano il ri-esame dell’animale da parte del veterinario per confermare la presenza o l’assenza di un feto vivo prima della ri-inseminazione o della somministrazione di prostaglandine.
Bibliografia
Stephen J. LeBlanc, Population Medicine, University of Guelph, Canada; Journal of dairy science. Ed. online 11 febbraio 2013. doi:10.3168/jds.2012-6414
