La DCD, ovvero la diciandiamide
La diciandiamide è una polvere cristallina bianca, altamente solubile in acqua ed è il nitrile derivato dalla guanidina, avente diversi sinonimi: cianoguanidina, 2-cianoguanidina, Didin, DCD, Dicy. La sostanza è identificata con il numero CAS 461-58-5; la formula molecolare è C2H4N4. Il peso molecolare è 84.08. In realtà è un dimero della calciocianamide dalla quale normalmente è preparata trattandola con una base, mentre nel terreno risulta dalla decomposizione della calciocianamide stessa da parte dei microrganismi del terreno. È pacificamente riconosciuta come mitigante contro l’emissione dei gas serra e, solitamente, è impiegata come fertilizzante nel terreno per le sue doti inibitrici e ritardanti del processo di nitrificazione, al fine di ottenere un prolungato rilascio dell’azoto e per diminuire il carico temporaneo dei nitrati nel terreno. Oggigiorno, la DCD è impiegata anche per la produzione di guanidina, melamina, adesivi industriali, mentre nel passato fu impiegata come combustibile per alcuni esplosivi. Nel 1990 è stata impiegata anche per la creazione di un nuovo super conduttore a elevate proprietà. Oltre che in agricoltura DCD è impiegata nell’industria farmaceutica e nel settore degli imballaggi alimentari.
Il primo scandalo della melamina nel latte
I numeri dello scandalo cinese del latte contenente melamina del 2008 sono drammatici: 6 bambini morti, 300.000 bambini ammalati di cui 52.000 ricoverati in ospedale, 22 società implicate (fra le quali, le prime cinque con maggiori concentrazioni furono: Shijiazhuang Sanlu Group, Shanghai Panda Dairy, Qingdao Shengyuan Dairy, Shanxi Gu Cheng Dairy, Jiangxi Guangming Yingxiong Dairy), decine di persone arrestate e processate, 3 condanne a morte, di cui 2 eseguite e 1 sospesa, 3 condanne all’ergastolo, 2 condanne a 15 anni di prigione, 1 condanna a 5 anni. Le avvisaglie del disastro risalgono al 2007 e furono ampiamente sottostimate, per esplodere con violenza alla fine delle Olimpiadi di Pechino dell’estate 2008. In pratica e per scopi fraudolenti era invalso l’uso di aggiungere melamina al latte, come fonte di “azoto non proteico” non rilevato dal metodo Kjeldhal-Dumas. Le frodi iniziarono prima con i prodotti destinati all’alimentazione dei piccoli animali, quindi nel latte in
polvere destinato all’infanzia, provocando ai giovani consumatori danni irreparabili alle funzioni epatiche. Le concentrazioni riscontate ai controlli di AQSIQ variavano dalle 0,09 alle 619 ppm (mg/kg). In tal proposito vale la pena di ricordare che EFSA nell’allerta emanato per i prodotti destinati ai bambini, raccomandava il limite massimo accettabile di 0,5 mg/kg/peso corporeo. La società cinese San Lu (partecipata da Fonterra) fu ritenuta tra i maggiori responsabili dello scandaloso evento. Notevoli furono le ripercussioni negative in tutto il mondo.
Vincenzo Bozzetti